Regione e Comune: «Turismo, il Fellini di Rimini ora deve decollare»

Rimini

RIMINI. «Pronti a investire, ma le potenzialità dell’aeroporto di Rimini sono ancora molto inespresse e lo scalo, attualmente, non presenta grandi numeri». La sferzata arriva dall’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, che assieme al sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ha annunciato strategie future e numeri presenti sugli arrivi che «premiano le politiche del territorio». Ma all’appello, tra chi sta dando un contributo robusto alla meta da raggiungere, mancherebbe lo scalo riminese. Assessore e primo cittadino lo spiegano durante la conferenza svoltasi ieri al Grand Hotel, dove il primo a parlare è Corsini, il quale rispondendo alle domande ha affermato in modo chiaro: «Non si può prescindere da una struttura aeroportuale se si punta a fare dei grandi numeri: l’aeroporto vola ed è aperto, questo sì, ma ci sono potenzialità inespresse, molte potenzialità inespresse, e mi auguro che nei prossimi mesi la società di gestione (Airiminum, ndr che ha riaperto lo scalo il 1° aprile del 2015) assuma le strategie che consentano al Fellini di decollare».

L’atteso piano industriale

Un auspicio che l’assessore fa evitando toni polemici, conscio che si tratti di un campo minato. E per questo ricorda che «con Rimini siamo pronti a collaborare nel limite di quanto è possibile e indicano le norme, visto che è gestito da privati». Ma al momento in Regione sono in attesa ed è lo stesso Corsini a spiegare meglio la situazione: «Siamo disponibili a mettere dei soldi e a fare importanti investimenti purché ci sia questo piano industriale che è stato annunciato ma al momento, purtroppo, ancora non c’è: vediamo nei prossimi mesi se alle parole seguiranno i fatti».

Il sindaco e il confronto tra i numeri

Una posizione questa che vede allineato anche il sindaco, il quale utilizzando lo stesso modus operandi di Corsini, ovvero calibrando le parole ed evitando ogni uscita brusca, precisa che «il tema aeroporto c’è, è evidente». Anche perché «se vogliamo internazionalizzare le presenze dei turisti non possiamo prescindere dallo scalo ma sono i numeri a parlare, siamo passati da un milione di arrivi (prima del fallimento di Aeradria, con la gestione pubblica, ndr) a 350mila registrati nel 2017 (in realtà sono stati 305mila, con un aumento del 26 per cento rispetto al 2016, ndr)». Il primo cittadino quindi ribadisce, ancora, di non volere fare «alcuna polemica» ma è in atto «una politica di investimenti, di collegamenti e di progetti inseriti nel piano strategico della Romagna; si sta discutendo con gli altri capoluoghi, ed è chiaro che le infrastrutture sono un tema fondamentale: lo scalo di Rimini ora deve decollare».

Mille turisti in treno in un weekend

Insomma l’appello di Corsini e Gnassi è affinché ci sia una spinta propulsiva dal Fellini che faccia fare a Rimini un ulteriore, decisivo scatto in più. Proprio su questo filone, sui vacanzieri che sembrano premiare il territorio, il direttore di Apt, Emanuele Burioni, ha ricordato che «solo lo scorso fine settimana i treni diretti che collegano Rimini alla Germania sono stati in grado di portare oltre mille passeggeri, che si traducono nel “carico” di cinque aerei». E, ha concluso il sindaco, «si traducono in circa 7mila presenze con una capacità di spesa molto più elevata degli italiani. Anche su questo target dobbiamo puntare, tutti assieme, nessuno escluso».

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