Denuncia infermiere che dormono all'ospedale di Rimini, dottoressa finisce sotto processo e vince

Rimini

RIMINI. Finire sul banco degli imputati, solo per aver fatto presente che, nel pieno di una emergenza, nel cuore della notte, la porta del reparto dove stava accompagnando una piccola paziente affetta da una grave malattia, per una decina di minuti non si è aperta, nonostante le sue insistenze. Il perché? Le infermiere di guardia, erano impegnate in altra attività. Ma come ha fatto la dottoressa dell’ospedale Infermi, a stabilirlo? Quando finalmente ha potuto guardate negli occhi chi c’era dietro il battente (ma solo dopo l’arrivo di un medico del reparto), sia lei, come la mamma della ragazzina, due infermiera che l’accompagnavano, non avevano potuto fare a meno di notare, sul volto di chi aveva aperto, i tipici segni lasciati da un cuscino.

La svolta

Una volta affrontata la problematica ben più seria che affliggeva la paziente, e solo una volta finito il turno, la dottoressa aveva fatto presente a chi di dovere quanto era accaduto. La segnalazione aveva fatto così scattare l’indagine interna, conclusa con l’archiviazione del procedimento disciplinare. Tutto finito? Assolutamente no. Passate alcune settimane, alla dottoressa veniva infatti notificato l’avviso di garanzia: il suo nome era stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Rimini. L’ipotesi d’accusa: diffamazione. Le due infermiere non avevano perso tempo e l’avevano denunciata.

L’epilogo

Questa settimana, la vicenda ha visto il suo primo epilogo, al termine dell’istruttoria, che ha visto sfilare in aula tutti i protagonisti ed i testimoni della vicenda, il giudice di pace, così come richiesto dalla stessa accusa, ha assolto la dottoressa con formula più ampia «perchè il fatto non sussiste». Il giudice Messina, ha anche disposto che l’unica querelante rimasta nel processo, paghi tutte le spese processuali e legali sostenute dal medico. L’avvocato Umberto De Gregorio, difensore della dottoressa, non nasconde la grande soddisfazione, per la chiusura favorevole della vicenda. Il legale riferisce anche «che dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, valuterà con la propria cliente, eventuali azioni da intraprendere nei confronti di una delle due infermiere».

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