Nomadi, progetto microaree, centinaia di “osservazioni”

Rimini

RIMINI. C’era tempo fino a ieri a mezzanotte per fare giungere le osservazioni dei cittadini al progetto che porta alla chiusura del campo nomadi di via Islanda. In Comune, hanno spiegato ieri dagli uffici, si sarebbero aspettati un “assalto” ben più imponente, infatti ieri pomeriggio erano giunte un paio di decine di “suggerimenti”, uno dei quali però firmato da più di cinquecento cittadini. Le “missive” sono state spedite da Viserba, via Orsoleto, via Montepulciano e Villaggio Primo Maggio.

Già a partire da questa mattina da Palazzo Garampi potranno essere più precisi. L’assessorato non ha ancora analizzato il merito della questione, però le contestazioni sono legate alla copertura finanziaria del progetto e allo schema di contratto con il quale viene regolato l’affidamento in locazione della microarea. Ricordiamo che il comitato ProRimini ha annunciato una raccolta di firme per riuscire a indire un referendum abrogativo.

Aree e costi

Allora. Circa due mesi fa la giunta ha approvato il percorso che porta alla chiusura del campo nomadi di via Islanda, trasferendo sei famiglie in cinque microaree ricavate in via Cupa, via Feleto, via della Lontra, via Montepulciano e via Orsoleto. Come è risaputo, il progetto prevede l’utilizzo di case mobili (tipo quelle dei campeggi), ampie 25 metri quadrati ciascuna.

In via Islanda vivono 11 famiglie (45 persone) e i nuclei di etnia Sinti che rientrano nel programma sono 10: quattro hanno scelto di andare in abitazioni tradizionali, sei (32 persone) nelle microaree. Si tratta di soluzioni - garantisce il Comune - molto contenute sia nei costi sia nell’impatto. Chi in passato aveva fatto due conti, stimava dai 10mila ai 20mila euro l’una. Ogni area con casetta di legno viene regolamentata da un contratto di locazione che prevede un canone di affitto mensile, più una serie di regole da rispettare: non si possono realizzare ampliamenti e pertinenze, tutto deve essere mantenuto pulito, il capofamiglia dovrà comunicare chi viene. Esiste la figura dell’incaricato comunale che va a controllare.

Quelli del no

Da quando si parla di casette e microaree, in molti si sono cimentati nella stima dei prezzi. Replicando in passato a una interrogazione di Gioenzo Renzi, la vicesindaca Gloria Lisi in aula aveva fornito qualche numero: i moduli abitativi da 25 metri quadrati hanno un valore di mercato che oscilla da 14 ai 16mila euro. I costi di allacciamento sono stimati in un range tra 25 e 35mila euro per ogni area. Poiché l’ampiezza della cinque aree dà la somma di oltre 30mila metri quadrati, la vicesindaca ha tranquillizzato: ne verrà utilizzata una parte, non più di 400-700 metri quadrati a zona. La proprietà resta pubblica, il Comune le cede in locazione: 90 euro al mese.

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