Si risveglia dal coma e tutta la strada le fa la festa

Cattolica

CATTOLICA. Un'intera via del Macanno in festa per Gabi, tornata alla vita dopo quasi due mesi di coma. Nella mente dei vicini di casa è rimasto indelebile il suono della sirena dell'ambulanza, che la notte del 28 agosto 2017, ha interrotto la quiete di via Fleming, nel cuore del quartiere Macanno. Un soccorso d'emergenza per cercare di salvare Gabriella Mancini, conosciuta da tutti come la Gabi, 70 anni, colpita la scorsa estate da un infarto. Il cuore di Gabi era ripartito, grazie ai soccorsi veloci e all'aiuto di chi era in casa quella notte. Ma per oltre due mesi non si è più risvegliata. «Da fine agosto sono "ritornata" a novembre», racconta la stessa signora Gabriella. 50 giorni di coma, poi il risveglio, la degenza in ospedale. E mercoledì sera, dopo 11 mesi da quel 28 agosto, ormai solo un ricordo, ancora vivo, ma lontano, una grande festa per lei. «Da quando mi sono svegliata, ma stavo ancora male, mi hanno detto che al mio ritorno avrebbero fatto la cena della via», racconta Gabi. E così è stato.

L’affetto dei vicini

I residenti di via Fleming, amici e parenti di Gabi, non sono voluti mancare alla serata, con una cena organizzata in un ampio cortile della zona, a base di grigliata di pesce e vino. «Gabi quando era più giovane faceva la parrucchiera, ha aiutato tante persone nella zona, bambini e famiglie, quando si è sentita male è stato un colpo per tutti, non solo in via Fleming ma in tutto il quartiere - racconta la presidente del Macanno Simonetta Iacubino – Sembrava che non ci fosse più niente da fare, ed invece a poco a poco si è risvegliata. Poi la riabilitazione e adesso è tornata a nuova vita, già va a fare la spesa da sola. Noi abbiamo sempre tifato per lei, e questa cena in suo onore è stato un modo per omaggiare una donna che si è spesa tantissimo per gli altri. E' stata una serata talmente riuscita che persone che non si parlavano da tempo si sono ritrovate, e alla fine si sono proposti di renderlo un appuntamento da riproporre anche in futuro».

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