Sediate in testa e braccio spaccato, esplode l’inferno alla partita di calcio

Calcio

RIMINI. Partita sospesa, squadre squalificate e due denunciati. È il bilancio al termine di un “regolamento di conti” da Far west esploso all’interno di un campo sul lungomare, nell’affollatissimo torneo Gazzetta dream cup, capace di portare sabato, nella fase finale, 32 team provenienti da tutta Italia, per un totale di 320 giocatori, dopo una scrematura di 5mila partecipanti. E la posta in palio era alta: rappresentare l’Italia alla Coppa del Mondo di calcio amatoriale a cinque, a settembre, a Shanghai. La maratona riminese di calcetto da dodici ore è quindi iniziata nella mattinata, nel centro sportivo la Cantera del mar, nel lungomare Tintori, con gare suddivise in otto gironi su due campi da calcetto. Una festa all’insegna dello sport.

Il mucchio selvaggio

Tutto è filato liscio, fino a quando, dopo pranzo, è esploso l’inferno: all’interno di una delle tante gare in programma ci sono state botte da orbi, urla, calci, pugni. Una polveriera esplosa all’improvviso, le cui dinamiche sono ancora al vaglio delle forze dell’ordine. Sabrina Marchetti, una delle titolari dell’impianto, ha raccontato che «nessuno si è accorto di come è iniziato, abbiamo sentito delle grida violente dentro al rettangolo di gioco e mio marito ha visto uno che brandiva una sedia per darla contro a un altro giocatore». La sedia è finita contro la testa dello sfortunato destinatario, poi le botte sono continuate tanto che un altro ragazzo, forse colpito da un calcio, si è rotto il braccio. Ferite, anche se più lievi, per uno del servizio di sicurezza, intervenuto subito per cercare di fermare quella che si era trasformato in uno scontro selvaggio.

La macchia nella manifestazione

Solo l’intervento della polizia, però, è riuscito a riportare la calma: i due feriti sono stati trasportati in ospedale per essere sottoposti alle cure dei medici. Non è comunque chiara la causa scatenante: c’è chi tra i testimoni ha spiegato che sarebbe volata qualche parola di troppo e chi dice che la posta in palio, rappresentare l’Italia alla Coppa del mondo a Shanghai, avrebbe scaldato gli animi fino a fare degenerare la situazione con qualche intervento troppo duro. Le due squadre coinvolte sono state squalificate e il torneo, dopo una lunga pausa, è ripreso portando alla vittoria il team “Brazil” da Lucca. Marchetti non nasconde però l’amarezza per quanto avvenuto: «È stata una macchia nera in una fantastica manifestazione che mette il fair play in cima e le botte che abbiamo visto, le sedie brandite e i feriti non sono accettabili in un momento di sport dove la correttezza dovrebbe essere messa davanti a tutto».

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