Scm, un altro anno di solidarietà

Rimini

RIMINI. Scm, solidarietà in vista. Un altro anno di ammortizzatori sociali è quanto, con tutta probabilità, interesserà gli oltre mille lavoratori tra gli stabilimenti di Rimini e Villa Verucchio.

L’azienda leader di produzione di macchinari per il legno ha incontrato la scorsa settimana i sindacati e ipotizzato gli scenari più prossimi di un gruppo che, da quasi cinque anni è interessato dalla crisi e dagli ammortizzatori sociali.

La nuova previsione riguarda i contratti di solidarietà che verrebbero prolungati dal 6 settembre di quest’anno (data di scadenza della solidarietà approvata) fino al 6 settembre 2015. «Nell’incontro durato ben 5 ore, - afferma Europeo Gabrielli, segretario generale della Fiom Cgil di Rimini - l’azienda ci ha spiegato che, pur vedendo segnali di miglioramento tra l’ultimo trimestre del 2013 e inizio 2014, non ci sono le condizioni per parlare di ripresa».

Sarebbe quindi troppo rischioso decidere di investire al 100% nella forza lavoro di fronte a segnali ancora troppo deboli di ripresa del mercato.

«Sicuramente, sarà necessario anche per il 2014 usare la solidarietà per tutti i dipendenti perché non c’è la saturazione del lavoro. Il fatturato di quest’anno sarà simile a quello del 2013, tolti i pensionamenti e chi è andato via, l’esubero che era di 350 persone ad oggi, è stato calcolato in 315, mentre la solidarietà è stata usata al 18% circa».

Ora, la priorità per i sindacati che questa settimana terranno una serie di assemblee negli stabilimenti, è quella di salvaguardare tutti i posti di lavoro. «Con il rinnovo della solidarietà fino al 6 settembre 2015 - prosegue Gabrielli - se non c’è una modifica nel frattempo alle regole degli ammortizzatori sociali rientriamo nel nuovo quinquennio, quindi possiamo ripartire con una (eventuale) cassa integrazione ordinaria. La nostra preoccupazione è che tutti possano mantenere il posto, cosa che finora è stata fatta anche se con sacrifici enormi con il calo dei salari».

Se, infatti, con il contratto di solidarietà c’è stato un decremento in busta paga di circa il 10% con la cassa integrazione a zero ore il calo è stato più consistente. Nello stabilimento della Steelmec, potenzialmente, si potrebbe arrivare ad avere anche fino a 20 lavoratori a zero ore. «Ancora possiamo dire - conclude il segretario Fiom - che il posto di lavoro c’è e che nessun lavoratore sarà messo alla porta». Sulla ripresa della produzione a ritmi pre-crisi resta invece un grosso punto interrogativo.

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