«Stai attento ai Casalesi», aizza il cane e poi gli spacca la gamba a calci

Rimini

RIMINI. «Stai attento ai Casalesi». È la frase con cui si è “congedato” dalla propria vittima un 64enne che per motivi rimasti inspiegabili anche durante il processo, ha spezzato la caviglia a un marito la cui unica colpa è stata quella d’aver chiesto conto degli insulti rivolti dall’energumeno all’indirizzo della moglie. Conto che giovedì scorso gli ha presentato invece il tribunale di Rimini quando il giudice Angelo Capodimonte lo ha condannato ad un anno di reclusione (pena sospesa) e al pagamento di una provvisionale, immediatamente esecutiva, di tremila euro. La vittima si era costituita parte civile con l’avvocato Paolo Righi.

La storia

Il pomeriggio di ordinaria follia si è consumato in una manciata di minuti il 17 novembre del 2013. Sono le 15. L’imputato a quell’ora sta passando davanti alla villetta della vittima, un 55enne, portando a spasso il proprio meticcio e, per divertirsi, decide di far arrabbiare il cane della coppia che sta in giardino, picchiettando il guinzaglio sul cancello. I due cani hanno iniziato così ad abbaiare e la padrona di casa, accortasi del comportamento provocatorio dell’uomo «che parla con marcato accento campano», gli ha urlato di smettere. La risposta ricevuta, impossibile da pubblicare, ha fatto sobbalzare il consorte che è salito in macchina e si è messo all’inseguimento dello sconosciuto.

La resa dei conti

Il contatto tra i due avviene poche centinaia di metri dopo. Il marito, che è a bordo della propria Citroen C1, abbassato il finestrino, ha chiesto allo sconosciuto perché ha insultato la moglie. La risposta è stato subito violenta. Usando il guinzaglio come un tirapugni, l’energumeno ha cercato di colpire l’autista che, schivato il diretto, a sua volta lo ha centrato con un cazzotto al volto. Quindi si è buttato fuori dall’auto contro cui il provocatore ha sfogato la sua rabbia prendendo a calci sportelli e montanti; quindi ha mandato in frantumi, a cazzotti, un vetro dell’auto. Tutto finito? Assolutamente no. I due uomini a questo punto sono venuti al corpo a corpo vero e proprio, terminato quando la vittima è stata fatta cadere a terra riportando la frattura della caviglia destra. Capita la gravità della lesione ha chiesto aiuto all’aggressore che però si è rifiutato di dargli una mano. È stato un suo vicino di casa a seguire l’uomo «dai capelli tinti» fino a casa, permettendo così la sua identificazione.

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