Filmata mentre fa la doccia in cabina: «Ma in spiaggia la solidarietà va al maniaco»

Rimini

RIMINI. Sorprende un uomo che la filma di nascosto mentre si fa la doccia all’interno di una cabina balneare, ma invece di ricevere la solidarietà del titolare del bagno, del gestore del bar della spiaggia e di altri clienti, viene additata come una che la fa troppo lunga su una cosa da niente e che dovrebbe vergognarsi per il rumore provocato dalla sua reazione. Più della disavventura in sé, a fare rimanere male la donna, che ha studiato a Rimini e torna in città spesso e volentieri, è stato l’atteggiamento «omertoso» e la sensazione di isolamento che ha avvertito. L’idea di nascondere le “magagne” sotto la sabbia in nome dell’immagine non è nuova, ma stavolta la protagonista della vicenda ha affidato il suo sfogo ai social, al sindaco e ai giornali perché «non ce la facciamo proprio a chiudere la questione con una risata». Parallelamente ha deciso di sporgere denuncia dopo che i poliziotti intervenuti in spiaggia avevano provveduto a identificare l’autore del filmato, un sessantenne riminese, e a sequestrare lo smartphone: l’uomo è accusato di interferenza illecita nella vita delle persone.

I fatti risalgono al 10 giugno scorso. La donna e il marito, nel tardo pomeriggio, noleggiano una una cabina con doccia privata in un bagno di Marina centro per lavarsi e cambiarsi prima di cena. «Mentre io mi stavo facendo la doccia e mio marito si stava cambiando, lui alza lo sguardo e vede una mano che impugna un cellulare intento a filmarci dalla feritoia. Mio marito esce immediatamente ed inizia a bussare nella cabina a fianco. Esce un signore, sui sessanta anni, anche lui abitudinario dello stesso bagno». All’inizio nega tutto, perfino di avere con sé il telefonino, ma il marito entra nella cabina dell’altro e scova il cellulare che il signore si era curato di nascondere. A questo punto, stando al racconto della donna, arriva il bello. «Il bagnino nota la scena, si avvicina ed inizia minimizzare l’accaduto. Io ero turbata e volevo chiamare la polizia, ma i responsabili del bagno continuavano a banalizzare i fatti e a difendere l’uomo, come se lui avesse probabilmente fatto una sciocchezza e noi stessimo esagerando». Spaventata e confusa, chiama la polizia nonostante il sessantenne accenni a scusarsi.

«Ero agitata e sotto choc, per fortuna un carabiniere fuori servizio e sua moglie mi hanno gentilmente offerto dell'acqua e mi hanno fatta sedere per farmi calmare». Sono gli unici a darle solidarietà, in attesa dell’arrivo degli agenti. «Il gestore del bar mi ha allontanato malamente dicendo: questa scena è penosa, vi chiedo di andare via dalla mia proprietà». «Mi ha ferito l’atteggiamento di omertà verso un cliente abituale. Il bagnino continuava chiedermi di lasciar perdere, come se tutto potesse risolversi con una pacca sulla spalla».

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