Nomadi, il Pd esulta: addio via Islanda. La Lega invoca Salvini: «Partita aperta»

Rimini

RIMINI. Da una parte il Pd esulta per la chiusura del campo nomadi di via Islanda. Dall’altra la Lega auspica un intervento del loro lider maximo, Matteo Salvini, per avere «strumenti di intervento». È subito scontro di vedute dopo il via libera della giunta al trasferimento delle famiglie di Sinti nelle microaree lungo cinque zone della città, scelte dopo una lunga polemica e numerose proteste da parte dei residenti delle zone interessate: via Cupa, via Feleto, via della Lontra, via Montepulciano e a Viserba via Orsoleto (in ballottaggio fino all’ultimo con via Tombari). Il progetto prevede l’utilizzo di case mobili, ampie 25 metri quadrati ciascuna.

Il Pd si schiera a favore

Chi si schiera dalla parte del trasferimento è il Pd, per bocca del segretario comunale Vanni Lazzari: «Finalmente. Ora si può uscire dal campo delle mistificazioni ed entrare nel merito della soluzione proposta dalla giunta: l’insediamento di via Islanda va superato in quanto irregolare da ogni punto di vista. Una vergogna a cielo aperto». Dal Pd indicano anche quello che per loro è un ulteriore aspetto positivo: «Quattro famiglie di Sinti sono state collocate in soluzioni abitative convenzionali portando a cinque il numero delle aree necessarie ad ospitare i sei nuclei restanti».

L’identikit delle famiglie

Il programma coinvolge sei famiglie per un totale di 32 persone e dall’amministrazione comunale spiegano che «13 sono nate a Rimini; tra questi, sette sono bambini e ragazzi che hanno frequentato e tuttora frequentano le scuole riminesi, anche oltre la soglia dell’obbligo». Dal Comune poi precisano che «sono sei, tre donne e tre uomini, gli adulti a Rimini dalla nascita e che qui sono cresciuti: ai sette minorenni, si aggiungono infatti altri tre uomini e tre donne, di età compresa tra i 28 e i 46 anni». E ancora, sempre entrando nel merito dei componenti dei nuclei, palazzo Garampi chiarisce che «altre cinque persone sono residenti a Rimini da 25 anni, i restanti per la gran parte almeno da dieci. Si tratta quindi di cittadini riminesi che qui sono cresciuti, hanno frequentato gli studi, hanno radicato la famiglia, lavorano. Sono invece quattro, gli over 65 interessati».

Lega: manca il secondo tempo

Si schiera contro la soluzione dello spostamento la Lega: «C’è solo prepotenza e arroganza nell’azione politica del sindaco Gnassi. L’auspicio di un suo doveroso passo indietro a fronte delle martellanti e legittime proteste delle migliaia di riminesi che in questi due anni si sono scagliati contro l’abominevole progetto delle microaree si è schiantato contro la superbia di un amministratore recidivo e sordo alle istanze dei propri cittadini». Lo spiega il consigliere comunale Matteo Zoccarato in nota dove aggiunge: «L’accelerazione di Gnassi lascia trasparire anche molta paura dettata, forse, dallo spauracchio del neo ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Siamo certi infatti il nostro segretario federale sarà in grado nei prossimi mesi di mettere a disposizione delle amministrazioni locali strumenti di intervento per il ripristino e la salvaguardia dell’ordine pubblico, senz’altro ben diversi e di natura più equa rispetto alle villette con giardino a carico dei nostri cittadini», L’esponente del Carroccio quindi conclude spiegando che «la partita non è finita: manca ancora tutto il secondo tempo e nelle prossime settimane faremo ricorso a tutti i mezzi a nostra disposizione per fermare questo scempio: l’ultima parola, ai fini dell’esecutività del progetto, spetta al Consiglio comunale».

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