Vigili urbani a presidio degli eventi Anci: regole chiare o si rischia

Rimini

RIMINI. Rischiano di creare un “guazzabuglio” le nuove disposizioni che fanno pagare ai privati che organizzano eventi le spese per l’utilizzo del personale della polizia municipale: servizi di sicurezza e controllo della circolazione stradale. Così l’Anci, attraverso il delegato al turismo (e sindaco di Rimini), Andrea Gnassi, chiede «certezze e chiarezza di regole in un settore assai delicato».

La norma, spiega Gnassi, stabilisce appunto che le spese in questione siano a carico dei soggetti privati organizzatori o promotori degli eventi e il nuovo contratto collettivo del personale degli enti locali, entrato in vigore la scorsa settimana, ha recepito i relativi profili contrattuali.

Ma amministrazioni e associazioni sono preoccupate: occorre, ribadisce Gnassi, «fare quanto prima chiarezza sui confini applicativi della nuova disciplina, che presenta rilevanti incertezze interpretative».

Sembra infatti interessare tutte le tipologie di eventi, «dalle corse amatoriali alle grandi manifestazioni sportive o concerti».

Dunque per il primo cittadino il «rischio è che vengano adottati comportamenti difformi, con possibili implicazioni anche in termini di responsabilità amministrativo-contabile, nonché l’impossibilità di svolgimento di iniziative locali».

Da qui l’attivazione di un tavolo di confronto in conferenza Stato-Città, al quale sono stati convocati gli uffici della Ragioneria generale, del ministero dell’interno, e della funzione pubblica. Ai Comuni occorre un «indirizzo chiaro della norma che sembra fissare qualche punto fermo che richiede precisa statuizione in un atto formale».

Dalla «natura giuridica» del privato, che potrebbe escludere tutti i soggetti che godono a vario titolo di contributi pubblici, alla «natura dell’evento», se con fini lucrativi e promosso con un contributo esterno pubblico.

Ora come ora sono possibili «comportamenti difformi» che penalizzano gli organizzatori di eventi, sagre, manifestazioni popolari e della tradizione.

L’Anci punta anche a una «serie di accordi quadro», conclude Gnassi, con le rappresentanze dei soggetti organizzatori di iniziative sportive, culturali e di spettacolo e con le rappresentanze dei soggetti di natura commerciale che operano nel settore.

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