Sordina ai chringuitos È guerra fra categorie

Rimini

RIMINI. Orario di chiusura dei chiringuitos, scoppia la guerra fra categorie. Fipe-Confcommercio annuncia che le associazioni proporranno al Comune lo stop della musica alle 23.30, ma la Cna nega tutto: non c’è alcun accordo.

“Andiamo nel futuro”

Partiamo pure. «Viviamo un momento storico che porterà cambiamenti epocali nel modo di fare e offrire turismo e la spiaggia non fa eccezione – commenta Davide Ortalli, direttore Cna –. Pensare di silenziare i chiringuitos alle 23,30 non ha senso perché sarebbe come trasportare il passato nel futuro». Invece? «Serve essere innovativi, tenere insieme le nuove richieste, le mutate abitudini. È un’esigenza ma anche una grande opportunità per essere ancora una volta luogo di tendenza. Vivere i luoghi e la spiaggia, anche dopo la mezzanotte, è un deterrente rispetto al fiorire di dinamiche che minano la sicurezza. Abbiamo bisogno di regolamenti chiari, efficaci e capaci di interpretare il presente. Il modello riminese ha sempre saputo tenere in equilibrio le esigenze degli ospiti, dei cittadini, la tutela delle imprese e una forte caratterizzazione nazionale e internazionale, dobbiamo continuare a farlo».

“Siamo sconcertati”

«Non mi sarei certo aspettato di leggere una smentita, da parte di Cna – ribatte Gianni Indino, presidente di Confcommercio –. La proposta che è stata portata all’ultimo incontro tra le categorie interessate è stata condivisa da tutti i rappresentanti, compresi i funzionari di Cna che sedevano al tavolo, che hanno giustamente chiesto di poterne parlare prima con la direzione, per poi confermare l’ok all’accordo. Dunque ci siamo lasciati in un modo, poi qualcuno si è defilato e non sappiamo nel mezzo cosa sia successo. Di certo possiamo dire che non era mai accaduto prima e che rimaniamo sconcertati da questo comportamento. Come Fipe e Confcommercio non abbiamo nulla da nascondere: quando una proposta è condivisa, ne diamo conto pubblicamente».

Nello specifico. «L’obiettivo di questa proposta è difendere un tessuto imprenditoriale nella sua interezza: imprese variegate, che fanno turismo tra mille difficoltà e che non meritano che tutto venga limitato alla spiaggia dalla mattina fino a notte fonda. Ma quale futuro è questo? Per noi non è accettabile: vogliamo regole e non deregulation. Per gli interessi di una manciata di imprese si rischia seriamente di andare contro alla salvaguardia del lavoro di tutti. Mi meraviglio che Cna abbia più a cuore i soci sulla spiaggia di quelli che hanno attività sulle passeggiate o nel centro, ma forse queste sanno soffiare meno forte sul fuoco».

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