«Ryanair fa rotta verso 50mila passeggeri e vogliamo riaverla dal prossimo inverno»

Rimini

RIMINI. Ryanair fa il pieno di passeggeri e l’obiettivo, al termine della stagione estiva, è quello di farla ritornare il prossimo inverno. Ma nel mirino di Airiminum, la società che gestisce l’aeroporto Fellini, c’è anche Germania, da raggiungere con dei collegamenti di linea; senza dimenticare altre destinazioni come i Balcani, ma anche la Cina che resta uno dei traguardi. Lo spiega l’amministratore delegato, Leonardo Corbucci, tra criticità affrontate, numeri raggiunti e la concorrenza degli altri scali aeroportuali.

Corbucci, come stanno andando i voli Ryanair e qual è il tasso di riempimento?

«Il bilancio è molto positivo considerando che siamo ai primi voli e che sono nuove destinazioni per Rimini. Ad aprile abbiamo raggiunto un riempimento dell’87% e credo che la stessa Ryanair, pur operando con tassi maggiori, riconosca tali risultati incoraggianti per un nuovo aeroporto».

C’è la possibilità che Ryanair resti anche dopo l’estate?

«Non credo che possa accadere già il primo anno, è molto più probabile nella stagione invernale 2019, dopo aver maggiormente consolidato le rotte. In ogni caso nel 2018 le nostre stime prevedono circa 50 mila passeggeri, che possiamo ritenere come primo anno un ottimo risultato».

Quali altre rotte avete previsto per il prossimo futuro?

«Per il 2019, a parte le nuove rotte Ryanair, stiamo lavorando per ricollegare la Romagna alla Germania tramite rotte di linea con uno dei principali vettori europei. È evidente che il risultato dipenderà dalla risposta corale che saprà fornire l’intero territorio in termini di attrattività e capacità di riempimento dei voli. In questo senso, siamo sicuri di riuscire ad ottenere il massimo supporto da tutti i principali attori del territorio».

Ci sono altre destinazioni in cantiere e quali sono le tempistiche?

«Un altro progetto importante vorremmo lanciare già dal prossimo anno è quello di collegare la Romagna all’area Balcanica in modo da candidarci a ponte ideale tra le due sponde dell’Adriatico. Già a giugno incontreremo le compagnie aeree che coprono quell’area e alcuni dei principali aeroporti di quei paesi».

Lo scorso anno Airiminum aveva prospettato la possibilità di avere delle rotte verso la Cina, grazie alla compagnia aerea cinese Hainan Airlines. E’ ancora una destinazione a cui ambite?

«La Romagna, per capacità recettiva e posizione logistica, può considerarsi il territorio ideale per intercettare i grandi flussi che secondo le previsioni di tutti gli esperti arriveranno da quell’area del mondo nei prossimi anni. Attualmente, per avere i collegamenti diretti con la Cina, come avviene per la Russia, gli aeroporti italiani devono confrontarsi con gli Accordi bilaterali tra Paesi che limitano il numero di rotte, ad oggi solo Roma e Milano, e dal 2018 Venezia, hanno collegamenti con la Cina, e mettersi in fila. Per anticipare il mercato, in ogni caso, stiamo provando a collegarci a quegli aeroporti che già operano in maniera importante con il mercato cinese e i maggiori collegamenti con San Pietroburgo di questa estate vanno in quella direzione».

Sui numeri ottenuti, vi aspettavate di raggiungere questi obiettivi o vi eravate prefissi risultati più importanti?

«In realtà, alla luce dei risultati del 2017 siamo almeno due anni in anticipo rispetto al ruolino di marcia che ci eravamo prefissati agli inizi. Immaginavamo di raggiungere un ebitda di tre milioni di euro con un volume di passeggeri superiore rispetto agli attuali 300 mila passeggeri. Siamo molto soddisfatti per aver messo in cosi breve tempo in sicurezza un modello di business capace di creare valore fin dall’inizio, condizione necessaria per poter programmare con assoluta tranquillità progetti di crescita futuri. Il territorio deve condividere con noi tale soddisfazione e ottimismo e comprendere soprattutto come il nostro modello sia l’unico in grado di garantire la sostenibilità dei piccoli aeroporti».

Quali criticità maggiori avete riscontrato in questi anni nello sviluppo dell’aeroporto Federico Fellini?

«Più che criticità parlerei di riuscire a vincere la difficile sfida di creare un nuovo concetto di aeroporto che, oltre alle tradizionali logiche incoming, sappia rispondere in maniera efficace a quelle che sono le reali esigenze di mobilità di un territorio che ne ha un assoluto bisogno. In questo senso, ritengo che la Romagna non abbia mai avuto un reale aeroporto e la conferma me la danno le risposte degli stessi romagnoli che a precisa domanda mi confidano di aver volato dall’aeroporto Fellini nella loro vita un numero di volte non superiori alle dita di una mano. Il mio sogno è di riuscire un giorno a far volare i romagnoli con la stessa frequenza almeno ogni mese».

Quali sviluppi dopo la denuncia presentata alla Commissione europea per far luce sui 20 milioni che la Regione Marche ha messo sul piatto per ricapitalizzare l’aeroporto di Ancona?

«La nostra non è stata una denuncia contro la Regione Marche o Aerdorica, ma una segnalazione ben documentata alla Commissione europea in cui si vuole evidenziare come, secondo noi, un intervento di circa 30 milioni di euro, sono queste le reali cifre, volto a coprire i buchi di bilancio della società di gestione aeroportuale con fondi pubblici sia lesivo delle corrette condizioni di concorrenza. La Commissione, che è l’istituzione europea chiamata ad intervenire in queste situazioni, siamo certi saprà prendere la giusta decisione nei modi e nei tempi dovuti».

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