Piste ciclabili assurde e sosta selvaggia. «Denunciamo ma aiutiamo la città»

RIMINI. Neanche 70 anni in tre e un quarto under 25 in arrivo, meno di sei mesi di vita online e già la Stella Polare, una sorta di bussola di chi vuol vivere la nostra città sui pedali invece che maledire il traffico delle ore di punta in interminabili code al volante. Con la loro pagina Facebook “Ciclisti Urbani Rimini”, il 25enne Nicola Gobbi & C hanno infatti creato una vera e propria rete quotidiana di amanti delle due ruote, dato vita a una costante ondata di segnalazioni in positivo e in negativo che ha fatto drizzare le antenne pure a Palazzo Garampi: il fondatore e i suoi collaboratori sono infatti diventati in neanche metà anno uno degli osservatori privilegiati del Comune, che, spiegano loro stessi, ha attivato un canale diretto di collaborazione con questi “mappatori” delle criticità (ma anche delle eccellenze) ciclopedonali del territorio. Ed è proprio il promotore, Nicola Gobbi, a illustrare l’attività quotidiana compiuta attraverso il social network, anticipando importanti sviluppi in fieri.

Quando nasce Ciclisti Urbani Rimini” e perché?

«Nel novembre 2017, in un periodo di grandi sforamenti di polveri sottili e smog, su iniziativa di un gruppo di amici: tre ragazzi, tutti sotto i 25 anni, amanti della bici. Secondo noi a Rimini mancava una comunità di ciclisti da città che potesse scambiarsi idee e opinioni e instaurare un dialogo fra il mondo di chi usa le bici per spostarsi e l’amministrazione comunale. Che interagisse con un sindaco promotore della mobilità sui pedali e gli assessori. Il nostro obiettivo è quindi raccogliere segnalazioni per poi trasmetterle al Comune, così che lo stesso ci possa mettere mano e risolvere il problema: per fortuna l’idea è piaciuta non solo ai cittadini ma anche agli stessi amministratori (abbiamo una linea diretta soprattutto con l’assessora alla mobilità Roberta Frisoni), che ci hanno chiesto di partecipare a incontri a tema e di collaborare alla progettualità delle future ciclabili. Siamo stati ad esempio inseriti nel Collegato Ambientale, un documento che verrà partorito da tutti i soggetti pubblici e privati interessati alla nuova ciclabilità: noi giuridicamente non siamo niente, solo una pagina Facebook, ma ci fa piacere questa considerazione dovuta anche al fatto che probabilmente intercettiamo soprattutto la fascia giovane dei riminesi».

Come funziona la pagina Facebook? La risposta e i risultati sono quelli che vi aspettavate?

«Non abbiamo un tassa di iscrizione, ma semplici “like” e a oggi siamo arrivati a quota 700 follower, numero che ci rende già la comunità più seguita della città in neppure sei mesi. Abbiamo una media di 5-6 post pubblicati al giorno e di tre-quattro messaggi ricevuti dagli utenti che ci scrivono di tutto: dalla richiesta su quale sia la strada migliore per andare da una zona all’altra del Riminese alla sollecitazione a sensibilizzare il Comune per illuminare una ciclabile. E’ questo che ha partorito ad esempio la “Biciclettata al buio” alla Grotta Rossa, fatta a inizio aprile da una trentina di persone in collaborazione con “La Grotta Rossa che vorrei” e “Fiab Rimini”. Abbiamo fatto un aperitivo al buio e un piccolo flash mob , il primo di una serie che vorremmo mettere in piedi: per noi è stato un bell’inizio. Ogni settimana facciamo poi una rubrica che si chiama #giovedìdelcodice con cui spieghiamo gli articoli del Codice della Strada ai lettori, perché riteniamo che chi è virtuoso in bici lo sarà sempre anche in auto e il nostro è un lavoro di denuncia ma anche di informazione. Un giorno alla settimana incontriamo infine persone che ci portano ogni volta una foto-segnalazione e ci chiedono di fare da tramite con l’assessora».

Un lavoro su vari fronti quindi.

«Sì. La pagina nasce dal basso ma ha una bella spinta anche dall’alto, inserendosi in quello che il Comune farà con il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) che limiterà l’utilizzo della vettura privata dal 76% attuale al 50% spalmandola fra piedi, bici e trasporto pubblico. Con l’obiettivo di raddoppiare in dieci anni gli attuali 100 km in oltre 200 km di ciclabili collegate fra di loro da una sorta di Bicipolitana. Noi ci inseriamo in questo contesto di cambiamento e pensiamo di aver fatto la cosa giusta anche nei tempi. Rimini è piccola, in bici la si gira tutta in un quarto d’ora e vogliamo contribuire a far sì si possa farlo al meglio. Siamo infatti anche una pagina di denuncia di comportamenti scorretti sia da parte di ciclisti che di automobilisti, con immagini magari con i particolari “sensibili” oscurati per evidenziare la mancanza di civiltà: per questi in tanti ce le inviano e promuovono. Vorremmo però ribadire una cosa».

Dica.

«Pur riconoscendo nella bici il mezzo migliore per spostarsi, non facciamo una guerra bici-auto, ma una battaglia all’inciviltà di chi guida. E di chi guida ogni mezzo, a motore ma anche a pedali».

Quali sono gli aspetti più denunciati e le situazioni di maggior criticità?

«Le cose più segnalate sono le ciclabili malmesse (quelle con fondo rovinato e non pulite abbastanza dai vetri) e soprattutto la sosta selvaggia. In una sorta di mappatura in itinere, a oggi emerge che le zone più critiche sono il lungomare di Rimini Nord (dove però è in arrivo per fortuna un grosso intervento di sistemazione da parte del Comune), la zona Celle a San Giuliano e via Della Fiera, la cui ciclabile ogni mattina diventa un parcheggio selvaggio: ci viene denunciata costantemente la grandissima difficoltà ad accompagnare i figlioletti a scuola in bici tanto è giungla».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui