Prima di "morire" si finse il suo avvocato: per le "Iene" è il truffatore numero uno

Rimini

RIMINI. Quello che le “Le Iene” l’altra sera in tv hanno definito il più grande truffatore d’Italia, Stefano Ramunni, a Rimini tentò di chiudere i conti con la giustizia per dei raggiri che aveva fatto nella zona. Spacciandosi per il proprio avvocato presentò un certificato di morte: il proprio.

Il documento, accompagnato dalla comunicazione dell’“avvenuto decesso dell’imputato” firmata a nome di un penalista barese (ma qualche volta si sarebbe presentato in aula con aria professionale e fascicoli al braccio) aveva fatto il giro dei Tribunali di mezza Italia: il “fu Stefano Ramunni” era incriminato in centinaia di procedimenti, molti dei quali avviati a prescrizione. Il certificato, rilasciato dall’ufficio anagrafe del Comune di Palermo con tanto di timbro a caldo non lasciava spazio a dubbi. L’uomo, nato il 26 dicembre 1963 in Puglia, per tutti era morto in un tragico incidente stradale in Sicilia, come recitava la lettera di accompagnamento. I fascicoli aperti a Rimini a suo nome, un paio, furono chiusi. I reati estinti, al pari dell’imputato.

L’artista della truffa, per tutti scomparso prematuramente, fu “resuscitato” qualche tempo dopo dai poliziotti di Verona. Fedele alla sua fama di trasformista, Ramunni, che per raggirare il prossimo negli anni ha assunto centinaia di identità diverse, nell’occasione esibì un tesserino da medico psichiatra in forza al ministero della Giustizia. I poliziotti non se la bevvero e così partì un tam tam che raggiunse tante procure, compresa Rimini.

Truffato anche il legale

Nel conseguente processo per truffa, falso e sostituzione di persona comparve anche il penalista barese sospettato di aver “garantito” per il trapasso del proprio cliente. «Ha usato il mio nome, ma io sono solo l’ennesima vittima delle sue truffe» spiegò esasperato il legale. Per Ramunni si spalancarono le porte del carcere, ma neppure dietro alle sbarre perse l’abitudine di raggirare gli interlocutori.

Consulenze ai detenuti

Continuò, infatti, a fingersi avvocato e si fece dare dei soldi, anche cifre importanti, per le consulenze ai detenuti: prometteva di farli uscire. Una volta smascherato dovettero trasferirlo per proteggerlo dalle vendette.

Riacquistata la libertà, Ramunni, secondo quanto hanno raccontato “Le Iene”, ha continuato a raggirare le persone: assumendo l’identità di un sacerdote ha finto di aiutare una famiglia di pensionati con un figlio disabile riuscendo a convogliare tutte le offerte sul proprio conto corrente.

Il nuovo arresto risale a poche settimane fa: Ramunni è stato fermato alla guida di un’auto con il lampeggiante: si spacciava per un funzionario del Vaticano, con tanto di falso documento di identità.

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