Imprenditori a 50 anni, in 75 ce la fanno

Rimini

RIMINI. Imprenditori, la prima volta a 50 anni per ritornare a sorridere. Sono 75 i nuovi imprenditori over 50 che hanno deciso di aprire un’attività nel 2013 in provincia di Rimini senza averlo mai fatto prima. Non sono pochi nemmeno se rapportati con tutte le imprese: sono 404 complessivamente e costituiscono il 18,6% del totale, secondo uno studio condotto dall’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza elaborando i dati del registro delle imprese.

Tra loro ci sono padri in pensione che hanno deciso di investire la liquidazione in un’attività per il figlio che non trova lavoro, cameriere rimaste senza occupazione che si dedicano al sogno di una vita, quello di aprire un ristorante. Questa è l’altra faccia della crisi. Quella di chi ha colto l’occasione per realizzare il desiderio di sempre. Sono storie diverse, ma accomunate da un’unica volontà: quello di farcela per se stessi e la propria famiglia.

Nella scelta del settore incidono, spiegano i ricercatori, (poco) curriculum, esperienze lavorative, percorsi scolastici e (di più) passioni. La prima motivazione è la crisi economica insieme a quella di mezz’età. A 50 anni, e oltre, oggi ci si può trovare senza lavoro. E allora si prova ad aprire un’impresa, ci si mette in proprio, senza mai aver maturato prima nessuna esperienza imprenditoriale. Se si guarda a livello nazionale, nel 2013 più di 13mila italiani over 50 hanno avuto la loro prima volta da imprenditori, aprendo un’impresa. In pratica, tra tutti i titolari ultracinquantenni delle attività individuali nate lo scorso anno, 1 su 3 non è mai stato in precedenza imprenditore. Così c’è la storia di Aurelio Gasperoni, 60 anni, pensionato, titolare della Cartoleria Riminiese a Santa Giustina dove lavora assieme al figlio Carlo dall’aprile dello scorso anno. «Ho deciso – racconta – di aprire un’attività per dare un’opportunità di lavoro a mio figlio che è laureato come operatore giuridico d’impresa da due anni ma finora ha trovato solo lavori precari. Credo che sia una situazione comune a molti. Mi sono giocato tutto il tfr che ho preso». E ora si mette in gioco: «Ci piaceva il settore, poi siamo sulla strada principale, in un posizione ben visibile. Di articoli per ufficio e scuola qui non ce n’erano, così ci abbiamo provato».

Ma c’è anche la storia di Carmela Collesel, 50 anni, di origini trentine, che ha deciso di aprire in via Flaminia il ristorante “La stube” e ora serve a due passi dal mare piatti come canederli, strudel, gulash. «Lei lavorava come cameriera ma a un certo punto non servivo più. Mi sono detta che quella poteva essere la volta buona. Erano anni che pensavo di aprire una cosa mia, adoro cucinare e ho pensato: perché non portare il Trentino in quel di Rimini? Per ora, sembra che piaccia».

Come nel caso di Carmela e Aurelio, chi sceglie di mettersi in proprio da ultracinquantenne lo fa soprattutto nel settore dei servizi (3 su 5), tra attività commerciali (32,3%) e ristoranti e bar (7,6%). «Gli uomini e le donne della nostra terra – afferma Gianni Indino, presidente della Confcommercio di Rimini – non si perdono in un bicchiere d’acqua; sono, anzi, pieni di iniziative e non si danno mai per vinti. Il segnale che emerge da questo dato è che facendo fatica a trovare una occupazione fissa non ci si perde a piangerci addosso, si raccoglie il denaro a disposizione e ci si mette in gara».

 

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