Green bar all'asta per 90mila euro: il nuovo gestore vuole aprire presto

Riccione

RICCIONE. Aggiudicata l’asta fallimentare del Green bar. Il procedimento per l’affidamento della gestione di uno dei locali simbolo di Riccione si è chiuso ieri mattina: ad aggiudicarsela una società pugliese che commercializza calzature. «All’asta competitiva c’era un solo partecipante –spiega la curatrice fallimentare, Grazia Righetti –, l’aggiudicazione è temporanea, ci sono le verifiche antimafia in corso e come previsto dalla legge ora ci sono altri 10 giorni in cui qualunque soggetto può rilanciare del 10 per cento l’offerta, che se giudicata valida può portare alla riapertura della vendita».

Acquisto per 90mila euro

Nel giro di un mese dovrà avvenire il saldo del prezzo di 90mila euro e il trasferimento dell’azienda. I nuovi gestori del locale di viale Ceccarini hanno manifestato l’intenzione di avviare i lavori di ristrutturazione al più presto per poter riaprire già dai primi di giugno.

Il benvenuto della sindaca

«Sono estremante contenta che finalmente uno dei locali centrali ha trovato una risposta che possa portare nuova luce e nuova vita sull’asse commerciale più importante della città – commenta la sindaca Renata Tosi –. E’ stato svolto un ottimo lavoro di squadra tra curatore, tribunale e amministrazione, che ha fatto sentire la sua presenza. Un’attività fianco a fianco che permetterà di riaccendere un buco nero; do il ben venuto alla nuova proprietà e ringrazio il curatore e il tribunale per la velocità con la quale hanno chiuso il procedimento».

Nel 2014 fece scalpore: il Green bar era stato chiuso dalla guardia di finanza che, per la prima volta in Riviera, aveva applicato il nuovo codice antimafia per un soggetto pregiudicato. Il tribunale aveva emesso un decreto di sequestro e confisca di beni mobili e immobili per un valore di oltre 5 milioni di euro, a un pregiudicato di Napoli.

In sostanza, secondo le fiamme gialle, l’acquisizione del Green bar era stata fatta grazie a soldi non dichiarati al fisco. L’indagine nasceva da un lavoro di “intelligence” del nucleo di polizia tributaria, che aveva puntato l’attenzione sul settore turistico-commerciale della costa romagnola. Il 22 giugno del 2017 è stato emesso il decreto di inammissibilità della confisca, che quindi è decaduta, e il 23 novembre dello stesso anno una sentenza ha aperto il fallimento della precedente società di gestione che si è chiusa con l’aggiudicazione del locale all’asta.

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