Medico spara e mette in fuga i banditi armati

Rimini

RIMINI. L’intenzione era cogliere di sorpresa un noto medico ortopedico, uscito a tarda sera dallo studio professionale di un collega otorino nel quale lavora ogni venerdì e, armati di una pistola finta, rapinarlo dell’incasso delle visite proseguite fino a tarda ora. La sorpresa però l’hanno avuta i malviventi perché il dottore aveva con sé una pistola vera, detenuta legalmente. Uno dei banditi lo ha avvicinato appena è salito a bordo della propria auto, parcheggiata sul retro del centro Leon Battista Alberti. Messo alle strette il medico, invece del portafogli ha estratto il revolver esplodendo quattro o cinque colpi di pistola in aria. Oltre all’aggressore, a quel punto, ha visto fuggire anche un secondo rapinatore che faceva da palo. Entrambi sorpresi dalla reazione. Al dottore era già capitato di recente di essere rapinato all’uscita dello studio e stavolta non si è fatto trovare impreparato. Secondo alcune testimonianze ad attendere i malviventi c’era un terzo complice, alla guida di una utilitaria, forse una Fiat Cinquecento. Il terzetto si è dato alla fuga facendo perdere le sue tracce. Il medico ha cercato rifugio in un bar vicino, all’interno del complesso residenziale, e da lì gli avventori hanno chiamato i carabinieri. «Sto bene, ho sparato in aria, sono sicuro di non aver ferito nessuno», ha raccontato il professionista, comprensibilmente sotto choc, ai primi soccorritori. Nel parcheggio non sono state trovate tracce di sangue. I militari dell’Arma, accorsi immediatamente, hanno cercato di rintracciare la vettura in fuga. Le ricerche però non hanno dato esito. Il medico è stato accompagnato in caserma perché raccontasse nel dettaglio e a caldo particolari utili all’identificazione dei banditi.

Tutto è avvenuto in pochi minuti poco prima delle le dieci e mezza. La zona, come detto, è quella del complesso Leon Battista Alberti di via Flaminia, a Rimini, che accoglie numerosi studi professionali e medici. I rapinatori studiano il piano. Evidentemente conoscono il medico e le sue abitudini. Sanno che il venerdì sera riceve i pazienti fino a tardi e presumono che esca dal suo studio con una discreta somma di denaro su cui vorrebbero mettere le mani. Attendono che esca, forse mischiandosi agli avventori, di un bar. Come esce dall’ambulatorio del collega e si avvicina alla macchina si appostano per coglierlo di sorpresa. Per spaventarlo hanno un’arma giocattolo. Non è sufficiente. Il dottore un’arma ce l’ha davvero e la estrae non appena si vede minacciato dal primo sconosciuto che si avvicina per minacciarlo. «Era italiano», racconta. Reagisce d’istinto: preme il grilletto. E stavolta quelli terrorizzati sono i cattivi, costretti a scappare a gambe levate.

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