Gli vogliono demolire la casa abusiva. Tenta il suicidio davanti all'avvocato

Rimini

RIMINI. «Avvocato, così la faccio finita, guarda». Quando il 70enne riminese ha fatto irruzione nel suo studio brandendo un taglierino e colpendosi le vene dei polsi, Stefano Beltrami è scattato in piedi per intervenire. «L’ho fatto d’istinto, ho visto il sangue che usciva e senza pensarci, sono riuscito a immobilizzarlo per terra e a togliergli la lama». Il racconto lo fa lo stesso legale, dal suo ufficio di piazza Tre Martiri, nel cuore di Rimini, dove ieri «poco prima delle 11 è entrato questo signore, che io conosco perché fratello di una mia cliente e senza appuntamento ha chiesto di incontrarmi». L’avvocato in quel momento era al telefono e la sua segretaria ha detto all’uomo di aspettare. Ma la calma è durata poco: quando la donna si è allontanata un minuto per andare in bagno, il 70enne è entrato dall’avvocato e ha iniziato a gridare e a tagliarsi le vene. «È successo tutto in poco tempo», spiega ancora il legale, «mi sono alzato e ho cercato subito di bloccargli i polsi, poi una volta bloccato sul pavimento ho urlato alla mia segretaria di chiamare un’ambulanza e i carabinieri». Intanto, l’uomo sul pavimento con le chiazze di sangue, continuava a gridare. Solo una volta arrivato il personale del 118, il 70enne si è placato ed è stato portato in ospedale e sottoposto alle cure dei medici: non è in pericolo di vita.

Il gesto, stando a una prima ricostruzione, sarebbe stato commesso per protesta contro una causa che va avanti ormai da circa trent’anni contro il Comune di Misano Adriatico, che ha disposto la demolizione dell’abitazione di proprietà della sua famiglia perché ritenuta abusiva. E di recente, anche una sentenza del Consiglio di Stato aveva dato ragione all’amministrazione che aveva ordinato l’abbattimento della casa.

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