Hayden, la procura chiede il processo per l'operaio che l'ha investito

Rimini

RIMINI. Quando Orlando Omicini, consulente tecnico della procura, ha consegnato la sua perizia sull'incidente costato dopo 5 giorni di agonia al Bufalini la vita al campione Nicky Hayden, è parso scontato che le possibilità per il suo investitore di saltare le forche caudine dell'udienza preliminare fossero pressoché nulle anche se il Pm aveva la possibilità di fare la citazione diretta a giudizio. Il perito, infatti, ha sentenziato che non ci sarebbe stato l'incidente se il 29enne al volante dell'auto investitrice avesse rispettato il limite di velocità dei 50 chilometri orari. Per questo il sostituto procuratore Paolo Gengarelli ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio stradale del giovane operaio morcianese che il pomeriggio dello scorso 17 maggio, all'incrocio tra la Provinciale 35 e via Ca’ Raffaelli, ha caricato sul cofano della Peugeot 207 cabrio intestata alla mamma, Kentucky Kid, impegnato in una seduta di allenamento in sella a una bici da corsa. Lo stesso Omicini per trarre le proprie conclusioni, ovviamente, ha dovuto esaminare anche il comportamento dell'ex campione della MotoGp. E le sue conclusioni non lo assolvono. Il perito ha stabilito infatti che «qualora il ciclista avesse rispettato il doppio segnale di fermarsi e dare la precedenza, l’incidente sarebbe stato interamente evitato» perchè l’autista della Peugeot «non sarebbe stato chiamato a mettere in atto nessuna manovra d’emergenza». Non è stato invece in grado di stabilire se «l’accertato uso degli auricolari» da parte di Hayden, un iPod con musica accesa che è stato repertato dalla polizia municipale del comando intercomunale di Riccione, Misano e Coriano, «avesse permesso al ciclista adeguate capacità uditive».

Parola al Gup

Adesso la parola passa al giudice dell'udienza preliminare che oltre a decidere se mandare davanti al tribunale ordinario l'investitore, dovrà anche stabile quante persone potranno costituirsi parte civile in sede di giudizio. Per ora sono due le persone “offese” rappresentate dall’avvocato Moreno Maresi, la mamma e uno dei tre fratelli di Hayden arrivati dagli Usa in Romagna subito dopo l’incidente per stare accanto a Kentucky Kid. «Attendiamo la data di fissazione dell’udienza preliminare. Solo allora - spiega il legale - i famigliari decideranno se costituirsi parte civile». Tra loro è da annoverare anche la fidanzata di Hayden che con lui stava trascorrendo una breve vacanza a Cattolica dopo il fine settimana di gare a Imola. Al momento non è possibile prevedere se nel processo penale vogliano entrare la Honda e gli sponsor, che invece potrebbero essere più interessati alla causa in sede civile.

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