Bancarotta "Locanda Miranda", Serena Grandi a processo

Rimini

RIMINI. Il prossimo “ciak”, ironia della sorte, a Rimini farà sicuramente più fragore di quello per l’Oscar ricevuto per “La grande bellezza”. Il Gup Benedetta Vitolo, infatti, ieri mattina ha rinviato a giudizio con l’accusa di bancarotta fraudolenta Serena Faggioli, in arte Serena Grandi. La prima udienza del processo che sarà celebrato davanti al collegio presieduto dalla presidente Silvia Corinaldesi è stata fissata per il prossimo 12 giugno.

Il reato

La procura della Repubblica contesta all’attrice la distrazione di beni per 1.424 euro e l’assenza delle scritture contabili del ristorante “La locanda Miranda” gestito con il figlio Ettore (subito uscito dall’inchiesta) chiuso dopo circa un anno dall’apertura. Nel dettaglio alla 59enne attrice bolognese viene contestato di essersi impossessata di alcune stoviglie che dovevano finire all’asta per coprire i debiti con i creditori ammessi al fallimento della “Donna Serena” srl decretato dal tribunale di Rimini il 22 luglio del 2015. Pentole e stoviglie, come detto, per un valore stimato di 1.424 euro, ritrovate nel maggio dell’anno seguente dalla polizia giudiziaria in un immobile riconducibile alla Grandi che è assistita in questa difficile partita con la giustizia dall’avvocato Christian Guidi. Non c’è invece traccia dei due registri su cui l’attrice doveva per legge scrivere la contabilità del la locanda. Libri il cui furto Serena Grandi, come ricorda nell’intervista accanto, ha denunciato ai carabinieri facendo anche il nome del presunto responsabile; denuncia archiviata dagli stessi militari dopo una breve inchiesta.

Guai continui

Non è proprio un periodo fortunato quello per “Miranda”. Alcuni creditori, infatti, hanno chiesto il pignoramento del cachet per la partecipazione al Grande Fratello Vip (la somma per ora resta nelle casse della Endemol) e della casa dove attualmente risiede.

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