Stangata sotto l'albero di Natale, torna la tassa sui passi carrai

Rimini

RIMINI. Nuova gabella in arrivo, l’amministrazione comunale rimette la tassa sui passi carrai e per 30mila persone arriva un’amara sorpresa come regalo di Natale che si aggira in un prelievo dalle tasche tra i 50 e i 100 euro. La stangata complessiva da circa 1,4 milioni di euro - questa la previsione di incasso stimata per il prossimo anno - è emersa ieri, durante la discussione del Bilancio di previsione 2018, nella quale è stato confermato dall’assessore alle Politiche finanziarie Gianluca Brasini che «il Comune ha pensato all’introduzione così come già avvenuto nelle scorse annualità nella gran parte dei Comuni limitrofi e capoluoghi di provincia, del canone sui passi carrai, che nel 2010 era stato depennato».

Serviva al Capodanno

Già perché l’amministrazione dell’ex sindaco Alberto Ravaioli aveva deciso di eliminare questa tassa. E il motivo lo aveva spiegato nel dicembre 2010 l’allora assessore al Bilancio, Antonella Beltrami: «La tassa sui passi carrai - aveva detto - è l’unico strumento per fare contribuire le categorie ai costi del Capodanno. Ora, eliminando questa tassa, non ci sarà più alcun obbligo rispetto al Capodanno o ad altri grandi eventi. Il sindaco Ravaioli l’ha introdotta e ora, a fine mandato, la elimina. Poi deciderà il nuovo sindaco». Il successore, Andrea Gnassi, per lungo tempo aveva deciso di non tirarla fuori dal cilindro. Almeno fino adesso, perché quei soldi, si legge in una nota di palazzo Garampi, servirebbero per le spese legate alla sicurezza, al welfare e alla programmazione degli eventi del Teatro Galli. Motivazioni che però non hanno impedito di scatenare un prevedibile fuoco di polemiche, arrivate anche dalla schiera della maggioranza.

Lo strappo di Magrini

A imbracciare la doppietta per sparare contro la nuova tassa è infatti Juri Magrini, ex segretario provinciale del Partito democratico e consigliere comunale sempre tra le file del Pd. In un post su Facebook scrive di essere «decisamente contrario, sia per il metodo che il merito». E aggiunge: «Politicamente la coerenza dovrebbe guidare la nostra azione amministrativa, non possiamo affermare che con l’imposta di soggiorno non graviamo sui cittadini riminesi perché la pagano i city user e poi introdurre la “tassa” sui passi carrai». L’affondo dell’esponente del Pd Magrini in direzione della scelta adottata dall’amministrazione continua: «Credo che sarebbe più utile e coerente, per esempio, sfruttare al massimo l’imposta di soggiorno piuttosto che reintrodurre, con tutti i gravami organizzativi e gestionali, la “tassa” sui passi carrai: avremmo lo stesso risultato amministrativo, e magari qualche cittadino riminese non arrabbiato».

Mauro: iniquo tributo

Picchia duro, ma non poteva essere altrimenti, anche l’opposizione, che per voce di Gennaro Mauro, capogruppo in Consiglio del Movimento nazionale per la sovranità: «Il sindaco Andrea Gnassi ha deciso di “fare cassa” introducendo questa nuova tassa sui passi carrai e prevedendo un incasso che si aggira su 1.4 milioni di euro: speravamo di aver definitivamente chiuso per sempre con questo iniquo tributo per chi ha necessità di utilizzare uno spazio privato per la sosta del propria autovettura». Mauro polemizza infatti anche con «la carenza di stalli di parcheggio non a pagamento sulle strade»; una lacuna che «dovrebbe indurre l’amministrazione comunale a favorire l’utilizzo di aree private la sosta». Ecco spiegato perché dall’opposizione si schierano «fermamente contro l’incremento della pressione fiscale sopratutto se rivolta a coprire buchi di bilancio».

Mani in tasca ai cittadini

L’attacco dell’opposizione prosegue con delle indicazione sulla gestione dei soldi pubblici: «Prima di mettere le mani nelle tasche dei cittadini - continua Mauro - bisognerebbe razionalizzare la spesa pubblica, migliorare l’efficacia dell’amministrazione comunale, con una sburocratizzazione degli uffici: particolare attenzione dovrà essere posta agli uffici tecnici dell’edilizia privata che presentano criticità notevoli, creando grandi disagi all’utenza e frenando l’introito di importanti risorse finanziarie». Ci auguriamo - conclude il consigliere comunale - che «la nuova governance dirigenziale sarà posta in grado di porre rimedio, in attesa della tanta auspicata innovazione tecnologica in carico all’assessore De Schio, nota per il suo assenteismo».

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