«Falsi avvocato e carabiniere, così hanno truffato mia madre»

Rimini

RAVENNA. Sapevano che sua figlia il giorno prima era rimasta coinvolta in un tamponamento. Conoscevano persino la dinamica di quell’incidente e il modello dell’auto e, soprattutto, sapevano che lei, una pensionata ravennate di 73 anni, aveva appena fatto un prelievo in banca.

Dati sensibili per una truffa “perfetta”, un piano criminale di un livello decisamente superiore rispetto ai “normali” raggiri messi a segno nei confronti degli anziani. Anche perché in questo caso la vittima, una 73enne di Ravenna, è una persona che fino all’ultimo ha dubitato del suo interlocutore chiedendo precise garanzie prima di lasciare ai truffatori ben 2.150 euro in contanti, due orologi (di cui uno d’oro) e purtroppo persino la fede.

A raccontare i fatti al Corriere – dopo la denuncia presentata ai carabinieri – è il figlio. Comprensibilmente scosso non solo per il danno economico e affettivo subito dalla madre, ma per alcuni aspetti oggettivamente inquietanti che lasciano pensare a una banda di professionisti operante in città.

Il racconto

«Nei giorni scorsi - racconta il figlio della donna truffata – mia sorella ha avuto un incidente in auto. Nulla di grave per fortuna. Tutto si era risolto con una constatazione amichevole. La mattina seguente mia madre, subito dopo aver sentito al cellulare mia sorella, si prepara per uscire di casa, ma all’improvviso riceve una chiamata sul telefono fisso. L’uomo in linea si spaccia come un maresciallo dei carabinieri e le dice che mia sorella è in stato di fermo per l’incidente. Vorrei specificare che il falso carabiniere non solo conosceva il vero nome di mia sorella, ma conosceva persino il modello dell’auto e la dinamica dell’incidente. Insomma mia madre, seppur scettica, ha pensato che ci fosse del vero». Ma qui viene il peggio. Perché poco dopo la donna prova a contattare la figlia. «Il suo cellulare non era raggiungibile - racconta il figlio – e poco dopo mia madre è stata richiamata dal falso carabiniere e in sottofondo ha sentito delle sirene».

A quel punto il carabiniere le chiede diverse migliaia di euro, dicendo che sua figlia gli ha riferito di un prelievo recente fatto in banca. E anche questo dettaglio era vero. «Mia mamma aveva fatto un prelievo il giorno prima».

Ma nonostante tutto la donna non si fida del tutto e chiede un’ulteriore garanzia: «Se volete i soldi, mandate una pattuglia». Il falso carabiniere ha però una risposta pronta anche a questa richiesta. «L’auto ci mette troppo, le mando l’avvocato G. (nome inventato ma romagnolissimo ndr) che viene in scooter, faccia subito».

In pochi istanti ecco l’avvocato bussare alla porta. La donna consegna il contante in una busta, sono 2.150 euro, molti di meno rispetto a quelli chiesti.

Gioielli razziati

Ma due minuti dopo ecco una nuova richiesta arrivare dal “maresciallo” via telefono. «Il contante non basta. Se non ha soldi deve darci dei gioielli».

«È probabile – continua il figlio – che avessero visto i suoi anelli e l’orologio e per questo siano tornati alla carica».

Il falso avvocato torna così sul posto e la donna consegna i gioielli. E qui arriva persino la beffa. Perché prima di andare via il truffatore le fa firmare persino un modulo come fosse una sorta di ricevuta. Un dettaglio che spinge la donna a ritenerlo ancora più credibile. Poco dopo però il parente scopre il raggiro. «In effetti - conclude il figlio – anche io ho provato a chiamare mia sorella, ma fino alle tre del pomeriggio non era raggiungibile al cellulare. Mi chiedo davvero come sia stato possibile? Questa non è una truffa normale a un anziano un po’ rimbambito, qui siamo oltre e non vorrei che quello accaduto a noi capitasse anche ad altri».

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