«Mi ha puntato la pistola in faccia e urlava: dammi tutti i soldi»

Rimini

RIMINI. Un bandito solitario, armato di pistola, mercoledì scorso poco prima delle 19 ha rapinato la tabaccheria di Maria Cristina Lanzetti al numero 1 di via Orione. Dietro al banco c’era però Giorgia Favarelli la sua commessa. «Come mi sento e come mi sentirò la prima volta cioè già stasera (ieri ndr.) quando mi troverò da sola dietro al banco? Al momento non so risponderti».

La cronaca

«Ero da sola - racconta - quando sulla porta si è affacciato un giovane, volto parzialmente coperto da una sciarpa, il casco in testa. Un secondo dopo è balzato in piedi sul bancone, dalla tasca ha estratto una pistola che non so dire se fosse vera o meno, me l’ha puntata in faccia ed ha iniziato ad urlare a squarciagola “dammi tutti i soldi che hai”». Alle grida del bandito Giorgia ha risposto «che doveva stare calmo, che non c’era nessun problema, che gli avrei dato tutti i soldi». E “scherzando” «gli ho pure detto che poteva stare tranquillo, che non avrei nascosto nulla» perchè «i soldi non sono i miei». L’aver iniziato a mettere banconote nel sacchetto che il bandito aveva estratto dalla tasca opposta a quella dove teneva l’arma, non lo ha rasserenato. Il bottino non deve averlo tranquillizzato perchè ha chiesto a Giorgia di aprire anche gli altri cassetti del bancone «ma quando ho fatto un passo avanti, lui ha allungato una mano, ha preso alcuni pacchetti di sigarette, è saltato a terra e di corsa è uscito in strada». Tutto finito? Niente affatto. «Sono uscita in strada, urlando anch’io. Ho fatto in tempo a vederlo salire su uno scooter dove lo stava attendendo un complice che è partito a tutta velocità in direzione di via Pegaso». Di lì a poco sulla scena del crimine è arrivata una volante del 113, il personale della Scientifica.

Corsi e ricorsi

I vari passaggi della rapina Giorgia li ha rivisti passo per passo ieri mattina durante la formalizzazione della denuncia in questura. Una procedura, purtroppo per lei, ben conosciuta: faccia a faccia con un malvivente si era trovata anche quando lavorava come commessa all’“Acqua e sapone” in zona Marecchiese. «Quella volta, però, l’arma non l’avevo vista, perchè se il il bandito l’aveva veramente l’ha tenuta nascosta dentro a un sacchetto».

Poche certezze per il futuro

Ma può essere stata questa precedente esperienza a farla stare così calma? «Bella domanda ma francamente non lo so dire, forse sì e forse no». Ed ora che succede? «Che starò molto più attenta, urlerò di scoprirsi volto e capo a chi d’ora in poi si affaccerà in negozio con il volto coperto dalla sciarpa e il casco in testa. Capisco che con questo freddo sia una scocciatura entrare un minuto in una attività commerciale e spogliarsi, ma facce nascoste non ne voglio più vedere».

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