Carim: «Aspettiamo la sentenza, sul civile la strada è spianata»

Rimini

RIMINI. L’ordinanza con la quale i giudici del Tribunale di Rimini, impegnati nel processo Carim, una volta concluso l’esame dei periti, hanno revocato ogni altro elemento di prova, fissando la prossima udienza (31 gennaio 2018) per la discussione, non chiude definitivamente i giochi. È la tesi dell’avvocato Davide Lombardi che, difensore delle parti civile costituite (il generale della finanza Enrico Cecchi in primis) nel procedimento penale che vede appunto imputati ex amministratori ed ex dirigenti dell’istituto di credito riminese. Secondo il legale, che avrà la possibilità di esporre le sue tesi in aula la perentoria interpretazione “maggioritaria” rispetto alla relazione dei periti sarebbe «parziale e capziosa». «Solo la sentenza stabilirà quello quello che viene preannunciato dagli avvocati delle difese. Tuttavia già in base alla perizia (che reputa i fatti “non punibili” ndr) che riteniamo carente si può trarre la conclusione che quei bilanci non fossero veritieri, riportando dati non reali ed elementi fondamentali come patrimonio netto e utile/perdita lontanissimi da quelli corretti». Lombardi ricorda come il valore delle azioni sia passato dal 21 per cento di allora all’1 per cento odierno ed è sempre convinto che le parti civili «avranno, nella peggiore delle ipotesi, comunque la strada spianata per la richiesta danni in sede civile».

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