Riga le auto dei vicini: nei guai per un biglietto

Rimini

RIMINI. Quando lo hanno indicato come il vandalo della strada nessuno ci voleva credere, ma a tradirlo è stato un biglietto lasciato sotto al tergicristallo di una macchina che aveva appena marchiato con la sua firma: il solito graffio con la chiave, lungo la fiancata. Una perizia calligrafica disposta dal giudice di pace rischia di incastrare l’imputato, un trentacinquenne riminese, che però nega tutto con sdegno. La sentenza è prevista a gennaio e i vicini sono curiosi di sapere come andrà a finire dopo essersi interrogati a lungo su chi potesse essere lo sfregiatore seriale di auto che colpiva quanti parcheggiavano, a volte occupando anche parte del marciapiede, ma pensandoci bene proprio sotto casa sua, lungo una piccola strada del borgo San Giuliano. E lì che, non solo chi sosta in modo saltuario, ma anche alcuni residenti, si ritrovano l’auto rigata.

I fatti sono lontani nel tempo e nel frattempo gli sfregi sono diventati un ricordo, ma per un po’ il vandalo è stato una specie di incubo per più di un automobilista. In parecchi si sono interrogati, alcuni sono andati direttamente in caserma dai carabinieri per sporgere querela. Sono loro stessi, però a tenere d’occhio la via per cercare di individuare il “colpevole” che via via si rende sempre più sfacciato al punto di accompagnare i graffi con dei biglietti. Si tratta di fogli a quadretti grandi dove lui spiega le ragioni del danneggiamento: «La macchina mettila davanti a casa tua, la prossima volta che occupi due posti te la sfascio» e ancora «sto cesso di macchina te la sfascio». Lo sfregiatore sembra tradirsi, o perlomeno contribuire a restringere il cerchio dei sospetti, quando a uno lascia scritto: «La strada non è la tua, sono trent’anni che vivo qui». I destinatari dei biglietti incrociano le informazioni e notano come, una sera, una sola vettura sia stata risparmiata dalla furia del castigatore. Guarda caso, concludono, è quella del trentacinquenne che, abitando lì da un pezzo, corrisponde all’identikit del vandalo. dai sospetti alla denuncia il passo è breve, con tanto di richieste danni (non è che rischi chissà che in termini di pena, gli sono contestati reati di competenza del giudice penale). Sono però i biglietti e la perizia calligrafia, che conferma una certa corrispondenza tra la sua scrittura e quella dell’autore degli sfregi, a inguaiarlo. «Vi sbagliate», sostiene il presunto vandalo (difeso dall’avvocato Luca Nebbia). Al giudice di pace l’ardua sentenza.

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