E' in malattia ma va a giocare a calcetto: denunciato

Rimini

RIMINI. Si sarebbe finto malato, secondo la tesi dell'accusa, con tanto di certificato medico, salvo poi presentarsi al campo da calcetto per una partitella serale tra rappresentanti delle forze dell'ordine. Forse si era semplicemente ripreso dall'attacco di dissenteria che proprio quel giorno l'aveva tenuto lontano dal lavoro, ma intanto il pm Marino Cerioni, ricevuta la segnalazione, ha deciso di vederci chiaro e ha inviato i carabinieri a perquisire l'abitazione del protagonista della vicenda, un agente della polizia penitenziaria in servizio a Rimini. All'uomo, indagato con l'accusa di truffa ai danni dello Stato, è stato sequestrato il telefonino: dalla “chat” su whatsapp condivisa con gli amici del pallone potrebbero infatti emergere elementi in grado di smontare la tesi della guarigione lampo. Il sospetto è che l'agente si fosse accordato con gli altri prima ancora di ammalarsi. Il caso era emerso tempo fa nel corso di un colloquio tra un collega dell'agente e un altro rappresentante delle forze dell'ordine che aveva preso parte alla partitella. Questi stava lodando la prestazione del comune amico, quando si è sentito interrompere: «Ma sei sicuro? Guarda che lui era in malattia». Di qui la segnalazione “interna” che ha messo nei guai il poliziotto della penitenziaria. Inizialmente, per la verità, la faccenda sembrava morta sul nascere. Il più alto in grado, che sostituiva temporaneamente il comandante, aveva infatti liquidato il tutto come irrilevante, non ravvisando profili penali né disciplinari, in quanto la partitella si era svolta dopo cena, fuori della fascia della visita fiscale e fuori dell’orario di un turno di lavoro standard. Inoltre l'agente si era presentato regolarmente al lavoro il mattino dopo (la malattia era di un giorno) per cui non si poteva escludere (né si può ancora escludere) che fosse stato vittima di un disturbo passeggero. I carichi di lavoro ai Casetti, si sa, sono pesanti e i rapporti interni tutt'altro che idilliaci anche per l'inclinazione di alcuni ad ammalarsi con una certa frequenza, e spesso in prossimità delle feste. Così, una volta tornato il comandante, qualcuno è tornato alla carica e ha riproposto la “vecchia” segnalazione, specificando che l'agente–calciatore quel giorno avrebbe dovuto fare il turno serale. Al secondo tentativo l'inchiesta penale è partita ed è stata affidata, per motivi di opportunità, ai carabinieri. Sarà sentito anche il medico che aveva provveduto a inviare all’Inps il certificato telematico con diagnosi e prognosi (“dissenteria”: un giorno di malattia). L'accertamento, però, nei casi di disturbi e patologie non gravi si basa principalmente sui sintomi riferiti dal paziente ed è difficile, in ogni caso, ipotizzare un suo coinvolgimento. L'agente (difeso dall’avocato Giuliano Renzi) in attesa di spiegare la sua versione quando gliene sarà data la possibilità, respinge ogni addebito.

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