Campo di via Islanda, retromarcia. Passa la linea del Patto: 5 microaree

Rimini

RIMINI. Come non detto. Le aree nomadi da tre ridiventano cinque. E in maggioranza come d’incanto torna il sereno: il confronto va avanti e la soluzione al campo di via Islanda viene decisa tutti assieme. Lo hanno detto ieri la vice sindaca Gloria Lisi, Pd e Patto civico. Tempi? Si vedrà.

A questo punto è necessario riavvolgere il nastro. Martedì sera in maggioranza, Lisi ha presentato l’ultima versione del progetto “chiudiamo via Islanda”: tre microaree in via Cupa, via Feleto e via Montepulciano, in cui ospitare sei nuclei in casette prefabbricate. Era stato possibile ridurle perché cinque famiglie hanno accettato di traslocare negli appartamenti. Apriti cielo. Patto civico è insorto e il capogruppo Mario Erbetta ha abbandonato la riunione. Motivo? In una precedente maggioranza era stato trovato l’accordo su cinque aree: via Cupa, via Feleto, via Montepulciano, via Lontra, via Tombari (o via Orsoleto). E per Patto civico oggi non c’è ragione di cambiare.

“L’Erbetta pensiero”

Il capogruppo di Patto civico, Mario Erbetta, ieri ha ribadito la volontà di arrivare alla chiusura di via Islanda. Perché non vanno bene le tre aree? «Il sovraffollamento contraddice la sintesi condivisa che identificava in cinque o sei le zone per meglio distribuire le sette famiglie interessate. Lavoreremo con tutta la maggioranza affinché si trovi una soluzione ottimale condivisa. Il tutto in base delle indicazioni del sindaco che prevedono soluzioni unifamiliari».

Anche la vice sindaca Lisi è pronta al dialogo e a smussare le divergenze. «Il progetto non è definitivo, continueremo a cercare l’accordo in maggioranza».

Appare logico però che se ogni volta si riparte da zero e se le aree in gioco poi vengono continuamente mischiate, poi si offre il fianco alle proteste dei comitati e alla denuncia dell’opposizione.

Ed ecco il Pd

Il segretario comunale del Pd, Alberto Vanni Lazzari, ieri ha preso le distanze dalla soluzione a tre aree: il Pd a fine luglio ha prodotto una proposta da portare in maggioranza dove le esigenze delle «famiglie Sinti si conciliavano» con le cinque aree («si attendevano i conseguenti atti amministrativi»). La «diminuzione delle famiglie interessate e la proposta di riduzione della aree, si presenta come un ulteriore passaggio che l’amministrazione ha condiviso con la maggioranza solo nell’ultimo incontro e di cui il Pd ha preso atto».

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