Terrorizzano il condominio per parcheggiare sotto casa
Fratelli terribili
Sono cattolichini doc, hanno 23 e 30 anni, abitano con i genitori, i due fratelli che hanno deciso di andare alla guerra contro tutti gli altri condomini per rivendicare un diritto per loro inalienabile. Ovvero, non essendo dotata la palazzina di parcheggio, volevano a tutti costi poter posteggiare la propria vettura davanti al portone di casa, al civico numero 69. Ma non sempre il posto era libero. Ecco allora che per rivendicare lo spazio, hanno iniziato a danneggiare nei modi più disparati i veicoli dei loro vicini presi a sportellate per ricavarsi uno spazio, colpiti con sassi o con le cassette delle lettere strappate vie. In un caso il più piccolo dei fratelli ha cercato addirittura di causare un incidente con una delle sue vittime, evitato solo perché quest’ultimo procedeva ad andatura molto lenta. «Dopo questo episodio - farà scrivere nella denuncia uno dei vicini - andai dal padre dei ragazzi per raccontare il fatto. Lui mi rispose di non poter credere a una sola parola del mio racconto». Tutto questo farcito con insulti irripetibili e pesanti minacce fisiche verso i bersagli delle loro rivendicazioni. Uno, in particolare, dal 2016 ha subito ben nove atti vandalici. Per questo ha deciso di installare una telecamera che gli ha permesso di immortalare i due balordi in azione. Trovare il coraggio di denunciarli, però, è stata tutt’altra cosa.
La svolta
Un aiuto è arrivato dalla denuncia fatta ai carabinieri da un turista milanese, ritrovatosi coinvolto per puro caso in questa assurda vicenda. E proprio nell’estate appena passata c’è stata una palese recrudescenza degli episodi, tanto che per le vittime è diventato impossibile sopportare la situazione. È scattata così la denuncia collettiva ai carabinieri della Tenenza di Cattolica che, dopo aver riempito pagine e pagine di denunce e successiva attività investigativa, hanno permesso al sostituto procuratore Davide Ercolani di chiedere l’ordinanza restrittiva per stalking. Il Pm, però, vista la gravità delle condotte, lette le minacce, aveva chiesto che per i fratelli fosse disposta la detenzione ai Casetti o, in subordine, gli arresti domiciliari.