Magic Voice per una notte è il re di "Tu si que vales"

Rimini

RIMINI. Una serata da star per Magic Voice, al secolo Francesco Giancaspro, sabato scorso nello show di Canale 5 Tu si que vales. Il conosciutissimo personaggio riminese ha preso parte alla trasmissione condotta da Maria De Filippi e Gerry Scotti e ha letteralmente “stregato” il pubblico con la sua simpatia.

Vestito con uno scintillante completo rosso, Magic Voice parte subito con uno slogan: «Non è che con questo bel vestitino rosso voglio dimostrare che toh, è arrivato il re che vuole spaccare Tu si que vales. Me lo devo meritare».

E poi aggiunge: «Faccio tutto. Canto, ballo, scrivo, anche poesie. Ho la testa velocissima».

In giuria, accanto a Maria De Filippi, ci sono Rudy Zerbi e Teo Mammuccari, giudice speciale Mara Venier. E quando De Filippi chiede «Che cosa ci canti?», il riminese spiega: «Un bel brano scritto dal mio aiutante Rino Piccione, che parla del nostro mondo, di come siamo messi. Con questo pezzo voglio far capire che c’è speranza. Voglio sdrammatizzare la situazione». E attacca In che porco mondo noi siam stupendo la giuria e coinvolgendo il pubblico.

Tra una gag e l’altra, Scotti infila un collare a Magic Voice: «Ho paura che questo mi scappi e poi vada a fare le serate nei locali».

Maria De Filippi resta scettica sull’esibizione («Bisogna spararsi stasera») e annuncia tre no dalla giuria pari al 75% dei voti. Gerry Scotti non ci sta: «Ma lui ha il consenso popolare». A questo punto il cantante riminese deve superare quella quota. Dalla giuria del pubblico arriva un ottimo 61%, che però non basterebbe se Mammuccari non cambiasse idea al fotofinish: «Per me lui è un talentuoso, quindi...». «Sì, è in finale» annuncia Scotti.

Magic Voice ha trascorso tutta l’estate girando in spiaggia fra lettini e ombrelloni, regalando poesie ai turisti. Nel 2003 era già stato in tv ospite della trasmissione I Raccomandati condotta in prima serata da Carlo Conti su Raiuno. Si esibì con il suo cavallo di battaglia l’intramontabile Ciao, ciao Lulù, ma il verdetto fu negativo. LU.ca.

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