Preso in strada dopo il furto: «Perché rubo? Mi piace farlo»
In manette, grazie all’immediato intervento di una pattuglia delle Volanti impegnata in un servizio di controllo, è finito un cittadino del Niger di 29 anni. Il giovane straniero, bloccato dagli agenti della questura, è stato così arrestato con l’accusa di furto aggravato in flagranza.
Viva la sincerità
Sulle prime ha cercato di negare l’evidenza: era fermo immobile, davanti al negozio, come in attesa di qualcuno (non ha opposto resistenza). Poi però, ieri mattina davanti al giudice Silvia Corinaldesi nell’udienza di convalida ha ammesso l’addebito e ne ha anche dato una spiegazione: «Mi piace rubare». Difeso dall’avvocato Marianna Mordini, l’imputato ha poi patteggiato la pena di un anno di reclusione, senza il beneficio della sospensione condizionale. È, infatti, senza fissa dimora in Italia e ha già avuto in passato problemi con la giustizia.
Grazie alla segnalazione del portiere il ladro non è riuscito a portare a termine l’impresa che aveva in mente. Dopo aver raccolto un paletto della segnaletica, il giovane africano, aveva sferrato con tutta la sua forza quattro o cinque colpi contro la vetrina di un noto negozio di abbigliamento di viale Vespucci. Nel tentativo di aver ragione del vetro antisfondamento aveva anche fatto ricorso a una grossa pietra.
La “spaccata” era ormai cosa fatta se non fosse intervenuto il dipendente dell’hotel che, insospettito dal rumore, si è precipitato in strada con il telefonino in mano. È stato lui stesso a sbracciare in direzione dell’auto della polizia quando ha visto il lampeggiante.
Gli agenti, impegnati proprio a pattugliare la zona per sventare furti e sgominare eventuali spacciatori, hanno così potuto bloccare lo straniero che indossava una felpa con in cappuccio.
Una volta in questura gli agenti hanno avuto la conferma che lui è una vecchia conoscenza della questura, già denunciato più volte in passato per danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale ed evasione dagli arresti domiciliari.