Colletta dei fedeli romeni per comprare la chiesa Sant'Agnese

Rimini

RIMINI. La chiesa di Sant’Agnese in via Garibaldi è stata riaperta: i fedeli romeni sono entrati mercoledì, hanno fatto partire i lavori di ristrutturazione e ieri c’è stata la loro prima messa, o meglio la prima divina liturgia di rito cristiano ortodosso, fatta in parte anche in lingua italiana. Padre Marcian Claudiu Bucurenciu non nasconde la soddisfazione: «Finalmente abbiamo una casa, grazie a Dio ma anche al vescovo Lambiasi e alla Diocesi che ci hanno concesso questo luogo di culto».

Bandiere romene

Un ringraziamento, però, va pure agli stessi devoti romeni visto che sono stati loro a occuparsi del lato materiale. «La chiesa di Sant’Agnese non la prendiamo in affitto ma la compriamo con una colletta fatta dai fedeli, che si stanno occupando anche degli interventi di ristrutturazione, al termine della giornata, quando escono dal lavoro», spiega il padre, che ieri ha celebrato per un’ora e mezza la divina liturgia davanti a oltre un centinaio di persone, in una chiesa-cantiere, con le impalcature ai lati e i lampadari coperti per essere protetti dalla polvere. Tanti i curiosi entrati per vedere e capire come mai si stava celebrando una messa nella chiesa che tutti sapevano essere chiusa. Le bandiere romene appese dentro, all’ingresso, hanno però fatto intuire subito di che si trattava.

L’aiuto della Diocesi

Il popolo dei cristiani ortodossi romeni è numeroso. «I nostri fedeli sono circa 1.700 in tutta Rimini», spiega padre Marcian, «è per questo che avevamo bisogno di un luogo ampio e stabile che ci potesse accogliere». Prima veniva usata la ex sede del Quartiere 4 in via Warthema 26, poi sono state “prestate” alcune chiese ma per nove anni sono andati in cerca di un posto che diventasse la parrocchia San Gerarca Gelasio di Rameț.

Segno di integrazione

La collaborazione della Chiesa riminese è stata importante. Tanto che già da alcuni mesi era stata intavolata l’ipotesi di acquistare la chiesa di Sant’Agnese, che da circa sette anni era stata chiusa come luogo di culto e utilizzata per fare mostre o mercatini. Mancanza di preti, ma anche di fedeli, vista la presenza della vicina parrocchia di San Gaudenzo, erano state le motivazioni. La chiesa di Sant’Agnese in questi anni è stata però sottoutilizzata e il suo prestigio è finito un po’ nel dimenticatoio: la sua presenza viene citata in un antico documento addirittura attorno all’anno Mille; distrutta prima in un terremoto nel 1308 e poi dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, è stata tenuta aperta al culto fino al settembre del 2010.

Ora il cambio di rotta. Ma padre Marcian non parla di brusca sterzata: «Siamo tutti fratelli, questo che sta accadendo servirà molto alla nostra comunità romena che vede, tra l’altro, sempre più italiani presenti grazie ai matrimoni e ai figli nati qui a Rimini: un segno di integrazione a cui teniamo molto».

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