Politico accusato di pedofilia, non può vedere i nipotini

Rimini

RIMINI. Un amministratore pubblico di un comune della provincia di Rimini è accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti dei suoi nipoti, bambini minori di quattordici anni.

Le accuse nascono in famiglia dopo che la più grande dei piccoli coinvolti (bambini in età scolare e di entrambi i sessi) ha fatto delle strane allusioni ai propri organi genitali. «Li ha visti il nonno» avrebbe confidato alla madre che da quel momento ha raffreddato i rapporti col padre, nonostante questi sia considerato una persona rispettabile e insospettabile riguardo ad atteggiamenti equivoci nei confronti di chicchessia.

Il “sospetto”

Fino ad allora i genitori dei bambini avevano tranquillamente affidato i piccoli ai nonni quando il lavoro impediva loro di restare a casa a occuparsene. Una fiducia che improvvisamente è venuta meno con il crescere di un sospetto subdolo e condizionante a dispetto della generale convinzione che l’uomo, così come è conosciuto sia in privato sia in pubblico come politico, non sia capace di una cosa del genere.

Il pm Davide Ercolani, competente nei reati nei confronti delle “fasce deboli” e la Squadra mobile della questura (che ha una sezione specializzata nella tutela dei minori) sono intenzionati a fare chiarezza al più presto.

Disposta una consulenza

Nel corso di un incidente probatorio è stato affidato l’incarico di approfondire la vicenda a una psicoterapeuta dell’infanzia con una esperienza nel settore. A lei spetterà il compito di valutare professionalmente la personalità dei fratellini, la loro capacità di rappresentazione della realtà anche in rapporto al contesto familiare per escludere eventuali casi di plagio, suggestione o strumentalizzazione. La consulente, insomma, dovrà, attraverso la propria interpretazione della parola dei bambini – ascoltati nelle forme dell’audizione protetta - spiegare se ci si trova di fronte a “racconti” di fantasia o resoconti veritieri di molestie sessuali.

L’uomo nega ogni accusa

Nel capo d’imputazione si parla di toccamenti e stimolazioni delle parte intime dei nipotini. Accuse che l’uomo, difeso dall’avvocato Roberto Brancaleoni, respinge sdegnatamente: è convinto che l’equivoco si chiarirà presto e cioè ben prima di arrivare a processo. «Cade dalle nuvole, ha sempre avuto uno splendido rapporto con i nipotini - spiega il legale - ricambiato e si è semplicemente preso cura di loro». Nel frattempo il nonno non potrà incontrare i bambini per ordine del giudice.

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