L'avventura di "Steve" in solitario per 2.200 km

Rimini

RIMINI. Nove giorni in bicicletta in solitario. Sveglia all'alba e pedalare tra pioggia, vento contrario, sole, attacchi di cani randagi, strade sconosciute e persino una foratura. Stefano “Steve” Sertori non è nuovo a imprese del genere. Il bancario di 54 anni, che vive a Poggio Berni ed è fra i dirigenti del gruppo Cicli Matteoni, l'anno scorso (insieme a un amico tedesco) si era cimentato nella “traversata di terra” dall'Adriatico al Baltico. Quest'anno si è “regalato” il Giro delle Repubbliche marinare. È partito da Rimini puntando il manubrio su Venezia per poi dirigersi a Genova, Pisa e Amalfi. Totale 2218,8 chilometri, in media 245 al giorno. Tutto annotato giorno dopo giorno dai messaggi e dalle foto postate su Facebook dove gli amici hanno seguito l'impresa e ammirato il volto sorridente di uno che “gode” nella durezza delle condizioni e del percorso. “Mentalità belga” la chiama lui, che spesso indossa la maglia del Belgio, paese dove hanno luogo alcune delle gare più dure: dalla Liegi-Bastone-Liegi al Giro delle Fiandre.

L'impresa di Sertori assume un valore ancora più importante se si pensa che il 13 marzo, per un banale caduta dalle scale, aveva subito il distaccamento del tendine rotuleo inferiore e si era dovuto operare. «Due mesi senza andare in bici», racconta ricordando i momenti brutti dello stop a letto. «Nei piani iniziali volevo andare fino a Santiago de Compostela. Ma con quello che mi era successo non potevo rischiare di fermarmi così lontano da casa. Il Giro delle Repubbliche Marinare, invece, in caso di bisogno, mi dava molte più possibilità di prendere un treno e tornare a casa. Mi sono fatto una tabella di viaggio: se la rispettavo potevo proseguire, altrimenti a casa!».

I momenti più duri? «Beh, certo le tappe con maggiore dislivello: quella che ha portato a Genova e quella di Francavilla... Ma è stato anche difficile fare la Costiera Amalfitana di domenica mattina con il traffico turistico. Un momento quasi di sconforto invece tra Benevento e il Molise: 40-50 chilometri senza incontrare nessuno e nemmeno cartelli stradali. Mi dovevo solo fidare del mio Garmin. E per fortuna che i cani randagi che mi hanno inseguito li ho trovati solo nei tratti in discesa... In salita mi avrebbero potuto azzannare!».

Giunto sulla costa adriatica Sertori, vicedirettore della filiale di Longiano della Cassa di Risparmio di Cesena, ha cominciato a sentire odore di casa ma le difficoltà non erano terminate. Martedì ha pedalato per quasi 300 chilometri, in gran parte contro vento, dall'alba fino alle sette e mezza di sera quando ormai era buio. «A Fano mi sono concesso una moretta. Da lì in poi sono strade che conosco. Dopo aver svalicato la Siligata mi sono detto: sono nel mio mondo!». E adesso? «Santiago de Compostela è sempre lì. Vedremo».

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