Il vescovo: «Fermiamo la xenofobia presente anche tra i cattolici»

Rimini

RIMINI. «In questo, che papa Francesco ha definito “un cambiamento d’epoca, più che un’epoca di cambiamento” si impone, di conseguenza, un cambiamento di mentalità, non solo per contrastare le gelide correnti inquinate di xenofobia, che purtroppo attraversano anche vari ambienti che pur si definiscono “cattolici”, ma soprattutto per mostrare e dimostrare la bellezza e la vivibilità di una vita che si voglia all’altezza di una umanità degna di questo nome».

È uno dei passaggi conclusivi dell’omelia del vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, durante la messa che ha presieduto nella Chiesa di via Madonna della Scala, a Rimini, in occasione del quarto centenario del 40° di fondazione della Caritas diocesana della fondazione delle Figlie della carità, le suore di San Vincenzo de' Paoli, società femminile di vita apostolica di diritto pontificio. La Congregazione è presente a Rimini sin dal 1853; attualmente sono quattro le religiose presenti nel Vicariato Urbano di via Madonna della Scala. Si tratta di suor Elsa (madre superiora), suor Assunta, suor Angela e suor Giovanna.

In un momento storico come questo, di grande tensione sociale, richiamandosi al pontefice, il pastore della chiesa riminese ha voluto puntare il dito contro la xenofobia, l’avversione indiscriminata nei confronti degli stranieri e di tutto ciò che proviene dall'estero, che con grande onestà ha riconosciuto esistere anche in vari ambienti che si definiscono cattolici.

Quella del vescovo è una chiamata alla carità che arriva insieme a un no secco al razzismo e alle porte sbarrate verso chi chiede aiuto. Quanto alla Caritas diocesana, è stata definita un albero con tanti rami che portano tanti frutti buoni. Il vescovo ne ha ricordati alcuni: mensa quotidiana per oltre 200 persone al giorno; 13 dossier annuali sulla povertà; 363 famiglie sostenute con oltre 81mila prodotti alimentari con l’EmporioRimini; 117 disoccupati assunti con il Fondo per il lavoro; 14 anni di mostre presepi dal mondo; una cinquantina del giro nonni; uno sportello-carcere; circa 200 bambini operati negli ultimi dieci anni.

Monsignor Lambiasi ha citato anche la strada delle “quattro coniugazioni” che la Caritas è invitata a percorrere: carità e giustizia, formazione e organizzazione, misericordia corporale e spirituale, cultura della carità e la carità della cultura. «Il fecondo passato della Caritas si coniughi con il vivace presente perché questo albero possa continuare anche in futuro a dare buoni frutti».

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