In carcere sei mesi per violenze su una bimba ma viene assolto

La testimonianza della piccola, raccolta nella precedente udienza nelle forme dell’incidente probatorio, aveva infatti completamente rimesso in discussione la tesi dell’accusa che è costata all'uomo, etichettato troppo frettolosamente da qualcuno come “orco”, più di sei mesi di carcerazione preventiva (una volta conosciuta la motivazione potrebbe chiedere un risarcimento economico per “ingiusta detenzione”).
La controversa vicenda che portò al suo arresto risale al dicembre 2016. La bimba, stando al capo d'imputazione, sarebbe stata molestata dall'amico di famiglia nell'auto guidata dal padre, durante un breve tragitto alla presenza di un cuginetto e di un altro adulto. Una abrasione nelle parti intime e il sangue sugli slip avevano messo in allarme la madre e la polizia. La piccola, però, come detto, ha smentito la circostanza in maniera netta e ha negato che l’uomo, difeso dall’avvocato Giovanna Ollà, le abbia fatto qualcosa di male o di semplicemente inappropriato.
Era stato lo stesso giudice Casadei a disporre l’interrogatorio della piccola, mai ascoltata fino ad allora, prima di pronunciare la sentenza. Le parole della bambina che, adeguatamente interpretate avrebbero dovuto chiarire ogni aspetto della vicenda hanno finito per demolire il quadro indiziario, giudicato sussistente in precedenza anche dal tribunale del Riesame.
Non è un caso che l’indagato, all’esito dell’incidente probatorio e prima ancora dell’udienza decisiva, sia stato liberato (con l’unico divieto temporaneo di avvicinarsi alla minore). L’accusato si è sempre dichiarato innocente. «Non ho molestato la bambina» aveva detto nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari, attribuendo le lesioni subite dalla piccola nelle parti intime a una probabile presa maldestra mentre giocavano, assieme a un altro bambino, sul sedile posteriore dell’auto.
L’unica occasione nella quale nel corso dell’intero pomeriggio sarebbe stato a contatto con la minore, per il resto della giornata sempre sotto il controllo del padre (era anche andata da sola in bici e potrebbe essersi ferita da sola). Per la difesa, in ogni caso, la ricostruzione degli investigatori non era plausibile. Infatti la piccola non solo non si era lamentata di fronte all’invasività del gesto commesso da un estraneo (in macchina nessuno si era accorto di niente), ma neppure a casa aveva manifestato il suo disagio alla madre.
La scoperta del sanguinamento delle parti intime, aveva fatto notare l’avvocato Ollà nel suo ricorso “respinto” dal Riesame, era avvenuta in maniera casuale quando la piccola aveva chiamato la madre in bagno per portarle la carta igienica. Il Tribunale dei minorenni, indipendentemente, dalla vicenda della presunta violenza, nei mesi scorsi ha disposto l’allontanamento del padre dal nucleo familiare.