Non cucina i piatti arabi tradizionali: la massacra di botte

Rimini

VALMARECCHIA. Due anni di percosse fra le pareti domestiche per la gelosia che lo divorava e perché lei si rifiutava di cucinargli i piatti etnici della sua tradizione. O comunque quelli che gli piacciono di più e che desiderava. Spesso anche alla presenza dei figlioletti.

Un inferno “spalancato” dalla prontezza di un dipendente di un ufficio postale e dalle corde giuste toccate dai militari di una pattuglia dei carabinieri del nucleo radiomobile della Compagnia di Rimini.

Questa la “combinazione” che ha dato a una giovane ragazza la forza di denunciare il “trattamento” che il compagno di origine nordafricana le riservava purtroppo da diversi mesi all’interno di quello che doveva essere invece un nido d’amore (molti dettagli vengono omessi per non rendere neppure indirettamente identificabili la parte offesa e i minori coinvolti).

Il vaso di Pandora del terrore domestico ha iniziato però per fortuna ad aprirsi lunedì mattina, quando la coppia si è presentata appunto in un ufficio postale di Bellaria Igea Marina. Con il volto segnato e tumefatto, lei ha rivolto una sorta di “sos” con lo sguardo e a gesti alle persone allo sportello, finché una di loro lo ha raccolto e si è rivolta, come detto, ai carabinieri.

Sul posto si è presentata in breve tempo una pattuglia del Radiomobile e i militari hanno raccolto la richiesta d’aiuto e invitato la malcapitata ad andare in ospedale per farsi medicare. La straniera ha quindi raggiunto il nosocomio più vicino, il “Franchini” di Santarcangelo, dove è stata assistita e dimessa con una prognosi di sette giorni. Come suggerito dai tutori dell’ordine, invece che tornare a casa, a quel punto si è però recata nella caserma della località in cui risiede e qui si è sfogata. E’ partita dall’ultimo episodio e ha raccontato tutto quello che lo aveva preceduto.

Era da domenica sera – ha rivelato - che il marito la picchiava, tanto da costringerla a scappare di casa con i bimbi e a cercare rifugio nell’abitazione della madre che vive a poca distanza. L’uomo sapeva però bene che quest’ultima la mattina dopo sarebbe andata al lavoro, così l’altro ieri si è presentato in casa della suocera e ha convinto la consorte a tornare fra le pareti domestiche insieme a lui. Ma qui si è nuovamente innervosito, ha perso la testa e l’ha picchiata. Per poi portarla con sé alle Poste probabilmente per paura si allontanasse nuovamente. Le occhiate pietose della ragazza hanno però colpito nel segno e invece che la ricevuta di un bollettino l’uomo si vedrà spedire una denuncia a piede libero per maltrattamenti in famiglia. Per le percosse “figlie” del tarlo della gelosia e del diniego a soddisfare i suoi gusti gastronomici (lei non è araba) e la voglia, magari, di un bel piatto di cous cous.

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