Cosa rischiano i quattro arrestati per stupro tra sconti di pena e aggravanti

Rimini

RIMINI. Anche questo è diventato argomento di discussione, non solo nei bar, da quando il branco dei presunti stupratori di Miramare è finito dietro le sbarre. Ovvero: quanto tempo potrebbero (il condizionale è d’obbligo) rimanere in cella i quattro arrestati. Il calcolo della pena in cui potrebbero imbattersi non è facile, perché non è frutto di una mera sommatoria di fattori.
Proviamo a spiegarlo. I due fratelli marocchini, il 16enne nigeriano e l’unico maggiorenne, sono accusati di rapina aggravata, violenza sessuale di gruppo e lesioni aggravate, tutti reati contestati in concorso.

Reato più grave? La rapina

Codice penale alla mano il reato per cui nel nostro Paese è prevista la pena massima più alta è la rapina aggravata, dove sulla carta il calcolo edittale della pena va da un minimo di 12 a un massimo di 20 anni di reclusione. Per lo stupro di gruppo, invece, la pena che un tribunale può infliggere è compresa tra un minimo di 6 e un massimo di 12 anni che scendono da 3 a 7 anni per le lesioni aggravate.

I calcoli per la violenza

Che la violenza sessuale sia il reato più odioso e grave commesso non c’è ovviamente nessun dubbio. Cristallizzarla però come punto centrale dell’accusa fa si che inevitabilmente, quando si arriverà alla determinazione della condanna, il calcolo della pena applicabile dovrà partire al massimo da 12 anni, quindi con 8 anni in meno rispetto alla pena per rapina aggravata.

La continuazione del reato

Con la contestazione della continuazione l’accusa sottolinea che quanto consumato fa parte di un disegno criminoso unico che accomuna i reati commessi nella sua esecuzione. In questo caso le botte, lo stupro, la rapina. In caso di reato continuato è prevista l'applicazione del cumulo giuridico, ovvero “la pena che dovrebbe infliggersi per la violazione più grave aumentata sino al triplo" da calcolarsi, se il reato più importante è lo stupro, su 12 anni.

Lo sconto di un terzo

Ma qui entra in campo un altro diritto sancito dal nostro ordinamento, ovvero la possibilità di chiedere di essere giudicati con un processo “alternativo”, come il rito abbreviato. Opportunità che se accolta consente all’imputato di ottenere uno sconto di un terzo della pena.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui