Parco Eolico In Valmarecchia, la bocciatura di Gnassi

Rimini

RIMINI. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, in veste di presidente della Provincia di Rimini, interviene sul progetto di realizzare un parco eolico in Alta Valmarecchia. Gnassi manifesta grande perplessità sul progetto. 

L'intervento di Gnassi

Gentile direttore, ho letto con molto interesse l’intervento di Manlio Benzi, apparso sul ‘Corriere Romagna’ di mercoledì 12 luglio, dal titolo ‘I milioni dell’eolico e la povertà dei Comuni’. Faccio fatica a trovargli una parola fuori posto: del tutto condivisibile nelle ragioni di fondo che portano a sollevare più di un dubbio sul progetto di parco eolico a Poggio Tre Vescovi, al confine dell’alta Valmarecchia. Come presidente della Provincia di Rimini avevo già espresso in passato le mie forti perplessità sull’operazione. Perplessità che oggi ribadisco anche davanti a un impianto progettuale modificato, e nonostante il pasticcio burocratico che ha riportato a galla la cosa dopo quella che sembrava un anno fa una bocciatura definitiva.

Tutti i dubbi sul progetto

Sulla scorta di quanto allineato anche da Manlio Benzi mi limito a riepilogare:

1) il paesaggio è tutelato dalla Costituzione;

2) il Ministero per i Beni Culturali ha proprio di recente investito risorse legate alla valorizzazione dei borghi e dell’entroterra proprio per offrire alla montagna gli strumenti per promuovere se stessa come deterrente per evitare lo spopolamento e la marginalità dei servizi;

3) diversi imprenditori in Valmarecchia, la stessa Regione, non si stanno risparmiando per realizzare progetti e politiche che vanno nella direzione di un nuovo modo di intendere l’economia legata al turismo sostenibile e alla bellezza dei luoghi e del paesaggio;

4) su iniziative come ‘Le terre di Piero della Francesca’ o i balconi della Gioconda, facciamo finta di avere scherzato? Voglio dire che la via imboccata da tempo anche dai paesi della Valmarecchia porta a un capolinea ben definito che è quello della valorizzazione dell’oro del paesaggio; di un giacimento inesauribile e eterno di bellezza, arte, cultura; dell’ospitalità; del turismo esperienziale; di una vocazione naturale che si fa modello di sviluppo concreto sulla base degli sforzi di istituzioni e privati. Il progetto di Poggio Tre Vescovi c’entra poco o nulla con questo.

L'interesse pubblico da tutelare

Attenzione, non se ne deve fare una questione ideologica, tutt’altro. Si deve guardare al merito, alla sua potenzialità, alle sue prospettive, al pubblico interesse.
Nel ragionamento di Benzi si fa corretto riferimento all’altro versante della questione, vale a dire le difficoltà di bilancio dei piccoli Comuni coinvolti territorialmente. Come dire, quell’impianto eolico potrebbe garantire qualche risorsa economica aggiuntiva per far quadrare bilanci penalizzati dalla dimensione di quegli Enti. Come mette in rilievo lo stesso Benzi, questa prospettiva non è per nulla certa. Ma se questa fosse la domanda, la risposta praticabile non va ricercata, a mio avviso, sul filo delle pale di un parco eolico in quel luogo. Ho fatto riferimento ai fondi Mibac sui borghi e ricordo, a titolo d’esempio, come la Regione Emilia Romagna metta in campo agevolazioni e contribuzioni straordinarie e pluriennali per i processi di fusione dei piccoli Comuni. Elemento quest’ultimo che spesso fa storcere il naso ai potenziali interessati nel nome ‘della storia, della tradizione, di una vocazione territoriale che non si può disperdere o diluire neanche con il vicino’. Però se così è mettiamoci d’accordo: si respingono le fusioni sbandierando identità e storia esclusive e poi si abbracciano progetti che stravolgono il paesaggio e dunque l’identità, la storia e la vocazione dello stesso territorio?

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