A 76 anni oggi Angela prende il diploma

Rimini

RIMINI. Per il suo ottantesimo compleanno vorrebbe regalarsi la laurea triennale in Scienze dell’alimentazione. Questa mattina, intanto, Angela Rinaldi, 76 anni compiuti lo scorso novembre, si farà omaggio del diploma dell’Istituto alberghiero Malatesta di Rimini. Tre anni fa era ferma alla licenza elementare conseguita nei primi anni Cinquanta. Poi ha sentito il bisogno di «fare qualcosa per me». Tre anni concentrati in uno e nel 2014 è arrivata la licenza media. Piccola pausa. Cinque anni in due e oggi arriverà il diploma della scuola media superiore. D’ora in avanti non potrà più bruciare le tappe perché gli esami universitari dovrà darli uno a uno ma a conti fatti, impegnandosi a dovere, potrebbe centrare l’obiettivo di indossare la corona d’alloro prima di soffiare su ottanta candeline.

Signora Rinaldi, come sono andati gli scritti?

«Discretamente, grazie. Sono soddisfatta».

Dormirà bene questa notte (ieri notte, ndr)?

«Sì, certamente. È vero che sono una studentessa ma sono grandicella... ».

Partiamo dal principio: perché ha deciso di rimettersi a studiare?

«La scuola era sempre stata il mio tallone d’Achille. Mi mancava qualcosa. Sono nata nel 1940 e ho smesso di studiare poco dopo i dieci anni, superata la licenza elementare. Poi basta. Ho vissuto la mia vita».

Che vita è stata?

«Intensa. Per trent’anni ho gestito l’hotel Yard a Rimini poi per altri venti mi sono trasferita nel Milanese dopo ho lavorato nella ristorazione collettiva e in quella aziendale. Infine sono rientrata a Rimini. Nel frattempo ho avuto due figlie, una di 50 e una di 45, e due nipoti, una di 16 che frequenta il Valgimigli e l’altra di 13 che fa la terza media. Nel 2008 ho fondato un’associazione che si chiama Misticanza, di cui vado molto orgogliosa: siamo attivi nel sociale, con buoni risultati, gestiamo pure un centro estivo».

Cosa le mancava?

«Qualcosa per me. Soltanto mio. Ci sono varie fasi della vita in cui si fanno progetti quasi sempre in funzione delle persone importanti che si hanno, come ad esempio i figli. Arrivata a settant’anni volevo qualcosa soltanto per me e quel qualcosa è lo studio. Non mi interessano il voto finale e la competizione con gli altri studenti. Questo percorso mi ha arricchita tanto. Sarà molto interessante proseguire».

Le scuole medie come sono andate?

«Diciamo la verità: l’impatto iniziale non è stato facile. Non è affatto semplice riprendere i libri in mano dopo averli abbandonati da più di cinquant’anni. Pian piano ho preso il via».

Quante ore studia ogni giorno?

«Non troppe, sinceramente. Credo mi riesca piuttosto bene».

Lei ha frequentato le scuole serali: come sono stati i suoi compagni di banco?

«I più grandi potrebbero essere i miei figli, quelli più piccoli i miei nipoti. Ho avuto un bellissimo rapporto con molti di loro, arricchente per entrambi».

Cosa le hanno detto le figlie quando ha comunicato l’intenzione di tornare a studiare?

«Hanno reagito molto bene. Mi hanno incoraggiata: brava mamma, che bello».

Le capita di fare i compiti con le nipoti?

«Certo, studiamo insieme. Ma non c’è alcuna competizione. Ci stimoliamo a vicenda».

Come sono i suoi voti?

«Discreti, sono contenta. Sono diverse le materie che mi appassionano».

Insufficienze?

«Un paio in inglese, la materia dove trovo maggiori difficoltà. Niente di grave però sono riuscita a rimediare».

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