"Brucio te e lui nell'acido". Lei fugge in hotel, lo arrestano

Rimini

RIMINI. «Spera che ancora non sei stata insieme a lui o se l’hai già fatto che io non lo venga a sapere perché io vi brucio tutti e due nell’acido e dopo mi ammazzo, ma almeno so per cosa. Ti amo più di me stesso e ti giuro che sarai mia per sempre fino alla morte. Pensa bene e lascia stare quello che hai iniziato perché ci rovineremo la vita entrambi, capiscimi e non sto scherzando».

Attraverso chiamate e messaggi le ha detto chiaro e tondo che non avrebbe mai accettato di vederla accanto a un altro uomo e lei è convinta che non fossero solo parole, anche perché le era già capitato di ritrovarselo in casa, da intruso, dopo essere passato dal balcone.

In preda al terrore

La giovane donna, bella al punto di lavorare come ragazza immagine per alcuni locali della riviera, era così terrorizzata da chiamare la madre, che vive altrove, accanto a sé, e rifugiarsi con lei in una camera d’albergo. A farle tirare un sospiro di sollievo sono stati gli agenti della Squadra mobile di Rimini che ieri hanno eseguito il provvedimento richiesto dal pm Davide Ercolani e disposto dal Gip del tribunale di Rimini: il presunto persecutore, un giovane di 27 anni nato all’estero, è stato arrestato con l’accusa di stalking e violazione di domicilio. Il ragazzo non ha accettato la fine della relazione, durata un anno e sfociata per una breve periodo anche in un rapporto di convivenza, e una volta “lasciato” ha dato vita a una vera e propria persecuzione nei confronti della ex, al punto di costringerla a stravolgere le sue abitudini di vita dopo essere caduta in uno stato psicologico di ansia e paura. L’ultima volta che se lo è ritrovato sotto casa, dopo essere stata minacciata di morte, ha temuto il peggio. Ha creduto che lui potesse averla vista in compagnia di un nuovo amico ed è piombata nel terrore. Si è barricata in casa: ha fatto le valigie e, grazie alla collaborazione di un’amica che ha pattugliato per lei il marciapiede, ha atteso che lui non ci fosse più per raggiungere un albergo e nascondersi. Lì è stata raggiunta dalla madre che ha convinto la figlia a rivolgersi alla polizia. La Squadra mobile, una volta approfondito il caso, ha sottoposto una dettagliata relazione al pm Davide Ercolani che, a stretto giro di posta, ha - a sua volta - chiesto e ottenuto la misura cautelare dal giudice.

Stalker bloccato alla frontiera

Ieri mattina, invece, a finire agli arresti, sempre con l’accusa di stalking e sempre ad opera degli uomini della Squadra mobile in collaborazione con gli addetti dell’ufficio di frontiera della polaria, è stato un uomo di trentasette anni di origine macedone. Lo straniero è stato bloccato all’aeroporto di Bologna, di rientro da un viaggio negli Stati Uniti. Oltre che di atti persecutori deve rispondere anche di maltrattamenti e minacce nei confronti dell'ex compagna.

Il nominativo figurava tra i passeggeri: ad attenderlo ha trovato le divise, pronte a eseguire l’ordinanza del Gip riminese che dispone i domiciliari per l’uomo. Il macedone, residente nel  Riminese, da tempo perseguitava l'ex compagna, costringendola ai suoi voleri (avrebbe anche preteso prestazioni sessuali contro la volontà di lei). L’avrebbe pedinata e minacciata anche sotto gli occhi di un nipotino di sei anni. La donna temendo per la propria incolumità e per quella del bambino poche settimane fa si era rivolta alla polizia di Stato.

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