Mangia durante il Ramadan: massacrato di botte dal papà
Il pomeriggio dell’ira
L’aggressione è avvenuta alcuni giorni fa, tra le mura di una casa abitata da una famiglia che non ha mai fatto parlare di sé, e dove il pane viene portato a casa da padre e figlio, che lavorano entrambi come operai. Il ragazzo, ha raccontato al personale che lo ha medicato, quando è tornato a casa dopo una lunga giornata di lavoro segnata dal caldo torrido, assetato ma, soprattutto affamato, non è riuscito a resistere alla tentazione che è stato più forte di lui. Ha allungato la mano sulla tavola imbandita dalla mattina ed ha chiuso il buco che aveva nello stomaco. Un gesto sopra pensiero che non dimenticherà facilmente. Il tramonto, infatti, era ancora lontano dal venire e per lui, musulmano praticante come tutta la famiglia, solo dopo il calar del sole il Corano dice che avrebbe potuto soddisfare i propri bisogni. Il genitore ha affrontato il ragazzo per chiedere conto della mancanza. Il ragazzo avrebbe maldestramente negato le proprie responsabilità, ed è scoppiato il pandemonio. Il genitore, persa la bussola, ha sgomberato il tavolo imbandito, ha afferrato il piano dove il mangiare era appoggiato e lo ha scagliato verso il figlio che ha colpito in piena faccia.
Aiutato in Ps
Il resto della storia è stato appena raccontato. Il ragazzo, liberatosi dalle grinfie del genitore, si è presentato al pronto soccorso. Al personale che lo ha preso in carico, alla domanda cosa gli fosse accaduto, inizialmente ha risposto di aver battuto la faccia cadendo a terra. Le lesioni, poco compatibili con la sua ricostruzione, hanno spinto medico e infermieri a insistere fino a quando il ragazzo è capitolato ed ha raccontato cosa gli era realmente accaduto.