Orecchio mozzato: l'animatore presenta il conto, 100mila euro

Riccione

RICCIONE. Centomila euro. È la cifra che l’avvocato Stefano Brandina vuole avere da Gianluca Grossini, l’autista di 47 anni che lo scorso anno ha staccato di netto, con un morso, l’orecchio a un animatore del camping dove stava trascorrendo la vacanza, reo d’aver redarguito il figlio di 10 anni. La richiesta è stata depositata ieri mattina assieme alla costituzione di parte civile della vittima, nel corso dell’udienza in cui il giudice ha affidato al dottor Pier Paolo Balli il compito di accertare se la lesione riportata dal ferito, ha lasciato una invalidità permanente che giustifichi, oltre all’ingente risarcimento, che il cannibale sia processato con l’accusa di lesioni gravissime. A chiedere il giudizio abbreviato condizionato all’esecuzione della perizia medico-legale, sono stati i difensori del siciliano da anni trapiantato a Verbania, gli avvocati Salvatore La Rosa e Roberto Barra che come il collega Stefano Brandina nomineranno a loro volta periti di parte.

Il raptus cannibale

L’episodio, che ha rotto la tranquillità del camping “Fontanelle” di Riccione, è accaduto il 24 agosto dello scorso anno, sabato sera. Poco prima il figlio del turista si era azzuffato con un coetaneo sul campo da beach soccer: una discussione nata per una banale diversità di vedute sul punteggio. L’animatore, che tra l’altro ha esperienza e ricopre il ruolo di coordinatore, è intervenuto per riportare la calma. L’uomo ha rimproverato i ragazzi che si erano lasciati andare a un comportamento scorretto. Quando però il ragazzino ha fatto ritorno alla piazzola dov’era in sosta il camper in lacrime raccontando tutto alla madre, il papa non l’ha presa bene ed è andato a cercare l’animatore. Tra i due è nata una zuffa e mentre alcuni testimoni cercavano di allontanarlo lui ha addentato l’orecchio sinistro del riminese è glielo ha staccato di netto. Diversa la versione di Grossini che ha sempre ammesso di aver discusso in modo acceso con l’animatore che lo aveva colpito con un pugno. Lui si era rivoltato ed era stato placcato dai colleghi di lavoro: «Con mani e piedi bloccati ho usato istintivamente la bocca per difendermi, non potevo fare altro e non mi sono reso conto che si trattava di un orecchio, mi dispiace... ».

Quel che è certo è che l’animatore, senza 22mila euro in contanti, non può eseguire la plastica. È stato infatti impossibile salvare l’orecchio offeso.

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