Alcolici nel frigo spento: il Comune battuto, addio ordinanza

Rimini

RIMINI. Battuto in tribunale, il Comune per questa estate ha deciso di «non fare nessuna ordinanza utile a limitare la vendita dell’alcol». Lo fa sapere l’assessore alle Attività economiche Jamil Sadegholvaad, che suona un campanello d’allarme dopo quanto accaduto in Consiglio di Stato quando il 9 settembre scorso ad avere la meglio erano state una ventina di attività di rivendita di alcolici gestite in prevalenza da titolari bengalesi.

Già perché durante l’estate 2016 Palazzo Garampi aveva emesso un’ordinanza in cui vietava «a tutti gli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto, situati nelle zone di maggior presenza turistica, di conservare allo scopo di vendita bevande alcoliche di qualsiasi gradazione in qualunque sistema di refrigerazione all’interno e all’esterno delle attività». I commercianti erano riusciti però, dopo una serie di sconfitte al Tar, a fare bocciare il provvedimento in Consiglio Stato.

Problema irrisolto

L’assessore aveva ribattuto spiegando che l’estate successiva, ovvero la prossima, «l’amministrazione, come nel caso delle prime ordinanze anti prostituzione, non si fermerà. Al contrario, definirà ordinanze anti alcool ancora più stringenti». Ma c’è stato un cambio di strategia e arrivati a a fine maggio, dal Comune fanno sapere che di ordinanze non se ne faranno. E lo sfogo di Sadegholvaad è amaro: «Rimane tutto intero il problema - spiega - quello cioè di combattere un fenomeno che non può essere spacciato come “libertà di scelta” o “divertimento” ma che incide profondamente sulle singole persone, sulle famiglie, sui territori». Ed è inutile, aggiunge l’assessore, «e anzi un po’ ipocrita, gridare e invocare azioni e leggi più incisive quando non raramente accade l’incidente, il dramma».

Alcol e prostitute

Il dramma vero però, spiegano dall’amministrazione, è che «i Comuni vengono lasciati soli nel contrasto a questi fatti “sociali”, visto che gli stessi Comuni vengono addirittura puniti nel momento in cui mettono in piedi iniziative inedite puntualmente colte nella loro fragilità da leggi che proteggono i furbi». Infatti, esattamente come era avvenuto nel 2012 con la prima ordinanza comunale contingibile e urgente contro la prostituzione in strada, anche quella contro l’alcol ha subito la stessa sorte: ricorsi accolti e pagamento delle spese legali.

Sospensione attività

Rimini non vuole alzare bandiera bianca e spiega che «durante l’estate 2017, faremo controlli a tappeto, ancora più sistematici rispetto al passato, circa la vendita non autorizzata di alcol ai minorenni, verificando con i nostri uffici la possibilità, in caso di sanzione reiterata, di richiedere alla prefettura l’applicazione dell’articolo 14 ter delle legge 125/2001». Tradotto, conclude l’assessore, «chiederemo l’applicazione della legge che prevede la sospensione dell’attività fino a tre mesi».

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