Provincia: Psc, Comuni in ritardo

Rimini

RIMINI. L’approvazione dei Piani strutturali è ormai fuori tempo massimo, una lacuna che ha anche costi economici importanti. Lo denuncia la Provincia, chiedendo ai Comuni di fare in fretta.

Il fatto. La legge regionale del 2000 introduce una nuova pianificazione urbanistica imperniata sul Piano strutturale al posto dei vecchi Prg. Obiettivo? Introdurre una maggiore sensibilità ambientale. I Comuni avevano quattro anni di tempo per mettersi in regola. Risultato? Dopo tredici anni hanno approvato il Psc solo Santarcangelo, Riccione, Cattolica e Verucchio. I Comuni dell’Alta Valmarecchia sono arrivati nel 2009 (hanno tempo), quindi c’è ancora molto lavoro da fare. Per la precisione a Rimini e San Giovanni i Psc sono adottati in attesa di approvazione. In particolare a Rimini ci sono quelle 1.200 osservazioni da controdedurre. Era stato detto: entro il 2013.

Le conseguenze. Senza Psc non può partire la riqualificazione energetica degli edifici o il recupero dei centri storici. A Rimini in particolare si attende la norma che consenta il frazionamento degli appartamenti del centro, troppo grandi per essere appetibili dal mercato immobiliare. Molte imprese edilizie ed artigiane potrebbe beneficiare del nuovo corso.

Così non va. «Certamente la percentuale di approvazione dei Psc è molto, troppo bassa rispetto ad altre realtà della regione - dichiara l’assessore provinciale all’urbanistica Vincenzo Mirra-. Ci sono percorsi in essere che, mi auguro con tutto il cuore, vengano completati e definiti nei prossimi sei mesi. E non tanto per una questione di adempimento di legge, comunque necessario, ma perché il Psc è ancora oggi lo strumento di pianificazione urbanistica più attento, razionale, rispettoso dei luoghi e moderno rispetto alla filosofia dei Prg e ancor prima dei piani di fabbricazione. E’ indubbio che come territorio riminese siamo indietro, anche a causa di fattori storico-culturali rispetto al tema urbanistico e anche elementi più contingenti: penso ad esempio al lavoro di coordinamento che in altre aree hanno portato avanti le Unioni dei Comuni. La discussione e l’approvazione nel 2008 del Ptcp, strumento nato in sintonia e propedeutico proprio alla realizzazione dei Piani strutturali comunali, aveva portato indubbi progressi sul fronte della sensibilità al tema del territorio ma adesso è il tempo di completare al più presto il percorso dei Psc, perché è l’unico che garantisca di uscire definitivamente dalla logica delle varianti che ancora è viva e vegeta».

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