Solo 16 unioni civili tra omosessuali. «Ma non chiamatelo flop, serve tempo»
Percentuali in linea con Europa
A spiegare che però «non si deve parlare di flop» è Marco Tonti, presidente dell’Arcigay di Rimini, che numeri alla mano fa alcune precisazioni: «Quasi tremila unioni civili nel giro di circa otto mesi, significa che in tutta Italia rappresentano circa il 2,5% dei matrimoni totali celebrati, come ha spiegato anche il sociologo Marzio Barbagli, che ha ricordato anche come nel resto d’Europa questa media si attesti sul 2,1%». A livello locale i matrimoni totali sono stati nel 2016 circa 450 e se si fa un calcolo in rapporto ai circa otto mesi in cui sono state possibili le unioni civili tra omosessuali, si vede che queste ultime, 12 lo scorso anno, rappresentano poco meno del 4 per cento del totale delle nozze celebrate.
Serve ancora tempo
Per Tonti comunque non bisogna fermarsi «alle cifre, che in questo caso non possono decretare il successo o il flop di un passo importante come quello delle unioni civili». Il presidente dell’Arcigay ricorda infatti che a Rimini ci sono 32 persone, e in Italia quasi 6mila, che sono riuscite finalmente a conquistare la stabilità». E si tratta «allo stesso tempo di un numero che è destinato a salire, perché necessario aspettare ancora per potere fare un bilancio che rappresenti una fotografia attendibile».
La vera vittoria
Tonti infatti precisa che «anche le coppie omosessuali ovviamente decidono in base alle loro esigenze, ai loro progetti: non si può pensare che che le unioni civili siano fatte a novembre, dicembre, gennaio e febbraio». Chi le ha già fatte, conclude, «è perché stava da decenni assieme e ha avuto “fretta” di dare stabilità al rapporto, ma con il passare del tempo questo cambio culturale si consoliderà e sarà la vera vittoria».