Tavares torna a farsi del male: sorvegliato a vista
Il nuovo tentativo
Dopo il fallito impiccamento in cella con un calzino, Tavares, il capoverdiano detenuto con l’accusa di aver sfregiato con l’acido la riminese Gessica Notaro, avrebbe ancora tentato di farsi del male, forse addirittura con l’intenzione di uccidersi. Gesti di autolesionismo che, stando alle testimonianze raccolte nel corso dell’inchiesta, appartengono alla personalità dell’uomo e che il regime di detenzione potrebbe alimentare. A questo punto, con gli agenti della polizia penitenziaria che lo guardano a vista giorno e notte il pericolo è scongiurato.
I riflessi sul processo
L’avvocato Riccardo Luzi, che con il collega Andrea Tura difende l’accusato, non entra nel merito degli episodi recenti accaduti all’interno del carcere, ma ringrazia i responsabili «per la sensibilità e l’attenzione e la professionalità dimostrate nell’intervenire di fronte a quello che è stato indicato come un indice suicidiario elevatissimo». I legali intendono sottrarsi alle attenzioni dei media «anche per rispetto delle persone legate affettivamente a Tavares e che soffrono di riflesso». È evidente, però, che le condizioni del capoverdiano potrebbero avere anche un riflesso processuale (il consulente psichiatrico Alessandro Meluzzi incontrerà il detenuto e la richiesta di una perizia potrebbe essere rinnovata). Dall’altra parte anche Gessica, informata delle indiscrezioni trapelate dal carcere, sceglie il silenzio e altrettanto fanno i suoi avvocati, Alberto e Fiorenzo Alessi.
Gessica in aula
La ragazza sarà chiamata a parlare come testimone nella prossima udienza del processo per stalking ai danni dell’ex fidanzato, fissata per mercoledì 17 maggio. Il pm Marino Cerioni l’ha inserita nella ristretta lista delle persone da sentire davanti al giudice Manuel Bianchi. Un racconto che si preannuncia sofferto, sempre a patto che riesca a sostenere fisicamente la prova: alla scorsa udienza fu colta da un malore e dovette abbandonare l’aula.