Teddy, quarta impresa italiana per utilizzo voucher

La voluminosa pianta organica – fanno notare i sindacati – conta in effetti 1.484 addetti. Ma? «Nel 2016 ha speso ben 1,9 milioni di euro in voucher, distribuiti fra 922 prestatori d’opera. Già il fatto che un’azienda del nostro territorio figuri al quarto posto stupisce, negativamente, ma stiamo parlando della Teddy, un’azienda fondata nel 1961 che ha sempre fatto parlare di sè per la sua partecipazioni a iniziative solidali e umanitarie».
Non è certo la prima volta che il sindacato punta il dito contro l’abuso dei voucher. «È come un’idrovora che sta risucchiando tutte le forme di lavoro: da quello instabile a quello stabile. Prima il lavoro stagionale, quello a chiamata, l’associazione in partecipazione, ma è convinzione della Cgil che oltre a quello a tempo determinato e flessibile, anche tanto lavoro stabile si stia precarizzando. Un sistema a macchia d’olio che cancella i contratti e tutte le tutele, come le ferie, la maternità, il Tfr, assegni familiari, malattia, contribuzione valida a fini pensionistici».
Spulciando nel sito della Teddy, la Cgil scova il sogno del suo fondatore: costruire un’azienda, guadagnare molto e creare occupazione. «Quali sogni potranno realizzare i giovani pagati con i voucher? Che anima può avere un’azienda che per remunerare il lavoro dei suoi addetti va a comprare dei ticket dal tabaccaio?».
Il finale è dedicato all’Inps di Rimini. La richiesta? «Fornire i dati di chi utilizza i voucher».