Aggredita a 15 anni dalle amiche gelose

Rimini

RIMINI. Sei ragazzine, a cavallo della maggiore età, rischiano di essere processate dal Tribunale dei minorenni di Bologna per un pestaggio a una coetanea, avvenuto poco più di tre anni fa durante una festa pomeridiana in discoteca. Insulti, calci e capelli tirati: strappati a ciocche. La grancassa rappresentata dal social network “Ask”, all’epoca di gran moda tra i preadolescenti, trasformò una piccola rivalità in una spedizione punitiva.

Una sorta di “bullismo rosa” con inevitabile strascico in tribunale. C’è da dire che adesso il giudice Luigi Martello si troverà davanti delle ragazze cambiate e maturate e, considerato il contesto, ne terrà conto.

“Gelose” dell’amica

Le accuse vanno, a vario titolo, dalle lesioni alla violenza privata. Viene contestata anche l’aggravante dei futili motivi perché avrebbero agito mosse dalla “gelosia”.

I fatti si svolsero all’interno di un locale della provincia frequentato da giovanissimi. La ragazzina presa di mira era “colpevole”, agli occhi delle altre, di essersi interessata all’ex fidanzatino di una di loro. Quest’ultima dopo qualche scambio di opinione su internet aveva chiamato a raccolta un gruppetto di amiche.

Nel disinvolto linguaggio da social network sarebbero stato indicato l’appuntamento “chiarificatore”. Un agguato annunciato, con la quindicenne da sola a difendersi da tutte le altre. Intervennero addirittura i buttafuori, come in una rissa tra ubriachi del sabato notte. Ma neanche una volta fuori le ragazzine “terribili” diedero tregua alla rivale: quando un ragazzo più grande si offrì di darle un passaggio per riportarla a casa, loro si scatenarono contro la sua auto prendendo a calci la la portiera e riuscirono a tirarla fuori dall’abitacolo.

I commenti in Rete

A togliere la quindicenne dalle grinfie delle altre ragazzine fu il padre, nel frattempo avvertito telefonicamente: rimase sconvolto alla vista della figlia, poco più che bambina, ammaccata e sotto choc. Sulla pelle aveva addirittura i segni delle suole degli anfibi. Quattordici giorni di prognosi, più un trattamento psicologico per superare il trauma. Chi l’aveva ridotta in quel modo il giorno dopo era di nuovo su “Ask” a commentare l’impresa: «La maggior parte dei suoi capelli era nelle mani della gente» oppure «Vedessi come urlava ahahah». Le congratulazioni in rete erano davvero troppo: il papà sporse denuncia (è assistito dall’avvocato Stefano Caroli). Le sei “imputate”, tutte residenti nel Riminese, sono difese dagli avvocati Paola Guidetti, Andrea Mandolesi, Diego Pensalfini, Fabio Ronci e Luca Ventaloro.

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