Rapina in pieno centro con lo spray urticante

Rimini

RIMINI. Rapinato in pieno giorno e in pieno centro storico. È successo ieri mattina a Francesco Bordone, 42 anni, modenese di nascita, ma a Rimini da anni dove vive con la moglie e due bimbi.

Il dolore agli occhi

«Ero uscito di casa per fare una passeggiata - racconta ancora visibilmente scosso - quando sono arrivato all’Arco d’Augusto dove mi è venuto in mente che dovevo prelevare dei contanti. Ho fatto quei tre o quattro scalini che portano alle Poste e mi sono avvicinato al bancomat. Mentre cercavo la carta ho sentito qualcosa muoversi dietro di me, mi sono girato e un ragazzo ben vestito, pulito, e con modi molti gentili mi ha chiesto se sapessi l’ora. Lì per lì non ho neppure pensato che dietro quella domanda innocente ci fosse ben altro e così ho estratto dal borsello il cellulare, ma mentre stavo per accenderlo ho sentito improvvisamente qualcosa di umido che mi arrivava in faccia, mi ha spruzzato contro lo spray urticante»

A quel punto ha sentito dolore la vittima dell’agguato in pieno centro a Rimini: «Un male alla gola e un dolore tremendo agli occhi - prosegue infatti -. Il primo istinto è stato quello di portarmi le mani al viso come sorta di protezione. Non riuscivo a capire che cosa potesse essermi successo, solo dopo un paio di minuti ho iniziato ad avere un sospetto che è diventato realtà quando sono riuscito ad aprire gli occhi».

La richiesta di aiuto

Era sparito tutto: borsello, carta e anche il cellulare. «A quel punto ho cercato di tornare a casa, ma più passavano i minuti e più il dolore agli occhi era insopportabile. Ho fatto un centinaio di metri e quando sono arrivato al calzolaio che si trova lì vicino sono entrato e gli ho chiesto aiuto. Gentilmente mi ha subito portato in bagno dove mi sono lavato la faccia. Nel frattempo lui ha avvertito la polizia che è arrivata nel giro di pochi minuti. Mi hanno detto che purtroppo c’è in giro gente che mette a segno rapine di questo tipo: uno distrae la vittima, l’altro lo rapina di tutto quello che ha».

Umiliato e sgomento

Tornato a casa ha preso in mano il telefono della moglie dal quale ha provato a chiamare il suo cellulare. «Mi ha risposto una donna dicendomi che lo aveva appena trovato tra via Roma e il parco Cervi. Purtroppo del resto non c’era traccia. Come mi sento? Umiliato e sgomento: fare un’azione del genere in pieno giorno, in mezzo a tante persone mi lascia davvero la sensazione che qui non c’è mai fine al peggio».

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