Maestre contro il Comune, in 150 sfilano in centro

Rimini

RIMINI. Striscioni, bandiere, fischietti, cori. Le maestre mescolate ai genitori, a qualche bimbo e ai rappresentanti sindacali. In 150 hanno sfilato in un lunedì di lavoro e con un clima non certo favorevole, contro l’amministrazione comunale che ha attivato un bando per affidare all’esterno la gestione del 40 per cento di asili nido e scuole per l’infanzia.

Il corteo, partito ieri mattina attorno alle 10 dall’Arco di Augusto, è stato organizzato dalle tre sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil: per l’occasione hanno indetto uno sciopero delle maestre che ha visto «la quasi totale adesione, par al 95 per cento del personale coinvolto». E l’obbiettivo è stato solo uno: «Evitare che sia distrutto quanto fatto fino adesso nel settore dell’educazione pubblica, con una scelta politica da parte del Comune».

Il concetto è stato ribadito dalle maestre durante la manifestazione con una serie di cori preparati per l’occasione, che hanno messo nel mirino in particolare il sindaco Andrea Gnassi e l’assessore alla scuola, Mattia Morolli. Proprio da quest’ultimo i 150 si sono diretti dopo avere attraversato piazza Tre Martiri, Corso Augusto, via Gambalunga e piazza Ferrari.

L’esponente di giunta era infatti impegnato al Museo della Città, dove stava incontrando i rappresentanti dei gruppi volontari Ci.Vi.Vo. Lì davanti, in via Tonini, i manifestanti si sono fermati per urlare ancora contro la decisione del Comune: «Temiamo che il percorso iniziato nel 2010 con la privatizzazioni delle cucine, delle operatrice scolastiche e a sostegno dell’handicap, porterà piano piano a una esternalizzazione di tutti i servizi per i bimbi da zero a sei anni».

Passano una decina di minuti e il corteo è ripartito sempre seguito dalle forze dell’ordine che, vista la non belligeranza dei partecipanti alla protesta, si sono presentate a “ranghi ridotti”: una camionetta della polizia, una pattuglia dei carabinieri e una della polizia municipale.

Un minimo sindacale, insomma. E tutto è filato liscio: sindacati e maestre hanno poi proseguito verso la meta finale, ovvero via Ducale, dove hanno sede gli uffici scolastici. Dalle finestre della struttura qualche dipendente si è affacciata in segno di solidarietà alla protesta.

A quel punto, attorno alle 11.30, sono state accese le casse ed è partito il comizio, che ha visto sollevarsi la protesta a livello di decibel. «Questa amministrazione», hanno urlato le portavoce delle insegnanti e delle educatrici, «ha preso la decisione di esternalizzare. Ci siamo attivate in tutti i modi ma nessuno ci ha ascoltato. Dicono che sono stati costretti per via dei costi ma questo appalto costerà anche di più».

Non solo. «Quella del Comune», hanno tuonato i manifestanti, «è stata una scelta politica e qualcuno deve guadagnarci, sicuramente lo farà il vincitore dell’appalto a spese dei lavoratori sottopagati e della qualità del servizio».

Il rompete le righe è arrivato a mezzogiorno, ma prima i sindacarti e le maestre presenti hanno assicurato che non getteranno la spugna: «I lavoratori sono con noi e il Comune non può continuare a ignorarci, perché di mezzo c’è il futuro dei bambini».

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